“Cadaveri in putrefazione, ossa lasciate per terra, maialini mutilati e agonizzanti sotto allo sguardo delle loro madri, animali ammassati, magri e sofferenti, in un ambiente sporco, tetro e buio, con siringhe utilizzate e lasciate in giro in mezzo agli escrementi e ai medicinali scaduti”.
Inizia in questo modo il comunicato di denuncia della nota associazione francese L214 che da sempre si batte per la tutela degli animali e che da anni realizza delle inchieste con le quali svela gli orrori perpetrati negli allevamenti. La L214 torna con un’indagine shock condotta sugli allevamenti dei suini, prendendo di mira un’azienda a Quimper dove sono emerse chiare violazioni del benessere animale e forme evidenti di maltrattamenti e sofferenze degli animali.
Uno dei tanti allevamenti dei quali spesso non abbiamo notizie e che continuano indisturbati nelle loro attività fondate sulla crudeltà contro gli animali. Milioni di maiali vengono allevati in queste condizioni in tutto il mondo e solo in Francia 25 milioni di suini vengono macellati ogni anno. Ecco perché quelle immagini documentate da alcune volontari infiltrati colpiscono per la violenza e l’aspetto disumano ai quali sono condannate a vivere quelle povere bestie. Ai cuccioli vengono tagliate le code anche se ormai la pratica è illegale, molte aziende continuano a tramandarsi questa usanza, contribuendo a creare delle gravi ferite agli animali che possono infettarsi.
Un maiale viene esclusivamente considerato come merce nonostante sia un essere intelligente e sensibile. In questo tipo di allevamenti a batteria conoscono fin dalla nascita solo il cemento. “Il 95% dei maiali conosce solo quella realtà. Vivono ammassati in degli spazzi ridotti e un maiale su cinque muore in quelle condizioni prima che possa essere macellato”, scrive L214.
Il video denuncia è stato visualizzato da oltre 1,5 milioni di persone e grazie a questo lavoro, la L214 riesce in una piccola parte a rendere giustizia a quegli esseri che non hanno voce, contribuendo al contempo a sensibilizzare l’opinione pubblica.
L’associazione ha anche promosso una petizione affinché siano messi al bando allevamenti di questo tipo, dove le condizioni di vita degli animali al loro interno è intollerabile.
Per vedere quelle immagini dolorose, che sconsigliamo vivamente alle persone sensibili e per firmare la petizione clicca qui
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