L’espressione “In bocca al lupo” è uno dei modi di dire più diffusi e usati nella lingua italiana… ma da dove ha origine e qual è la risposta migliore da dare? Lo scopriamo insieme!
Vi siete mai domandati quale sia l’origine del famoso modo di dire “in bocca al lupo”? Tutti sappiamo che questa espressione è utilizzata come augurio di buona fortuna in occasione di eventi particolari, come ad esempio un esame, una visita medica, un colloquio di lavoro, ma sappiamo anche da dove nascere e cosa si deve rispondere?
Cominciamo col dire che non c’è un’interpretazione univoca sulla nascita di questo modo di dire, si va dall’ambito della caccia a quello dell’Antica Roma, e a seconda dell’origine cambia anche la risposta da dare.
“In bocca al lupo” è un’espressione che usiamo comunemente, nella nostra vita quotidiana, quando vogliamo rivolgere degli auguri di buona fortuna a chi sta per intraprendere un’impresa o un’azione più o meno difficile, ma comunque importante.
Può sembrare strano, ma una risposta definitiva sulle origini di questo modo di dire ancora non è stata trovata dagli studiosi. Sono state considerate come valide e attendibili alcune interpretazioni, che riporteremo nei prossimi paragrafi, sul reale contesto di nascita di questa espressione.
La prima spiegazione è quella più diffusa e accettata dall’Accademia della Crusca: l’espressione ha una funzione apotropaica, ossia sarebbe in grado di allontanare e annullare gli influssi maligni. Le sue radici risalirebbero a un’antica consuetudine diffusa tra i cacciatori, per augurarsi una battuta di caccia proficua e senza complicazioni. E’ un modo scaramantico di augurare del bene chiamando in causa una delle più classiche incarnazioni della negatività, ossia il lupo.
Anticamente, infatti, il lupo veniva considerato come simbolo del male, di ferocia e di pericolo dalla prospettiva di pastori, cacciatori e allevatori; per questo l’espressione indicherebbe l’augurio di non finire tra le sue fauci, a cui sarebbe giusto rispondere “crepi”, sottintendendo il nome dell’animale.
Ci sono poi altre due spiegazioni, tra loro vicine e dal richiamo sicuramente più dolce e romantico, in base alle quali il lupo in oggetto non è l’esemplare maschio, fiero e feroce, ma la sua dolce e protettiva compagna femmina.
Una prima interpretazione si basa sulla lupa capitolina, simbolo della città eterna che ha salvato Romolo e Remo nella storia dell’origine di Roma. I due gemelli, figli del dio Marte e della vestale Rea Silvia, vengono allattati dalla lupa che salva loro la vita. In questo caso, il senso dell’augurio cambia radicalmente e il lupo diventa sinonimo di protezione, accudimento e salvezza. La risposta più adatta non sarebbe certo “crepi”, ma diventerebbe questo punto un caloroso “grazie” oppure “viva il lupo!”
Questa è una lettura etologica del proverbio, con un significato simile rispetto alla spiegazione precedente. Mamma lupa è solita trasportare i suoi cuccioli in bocca in situazioni di pericolo: in caso di difficoltà, quindi, non c’è posto migliore e più sicuro della bocca del lupo e augurare a qualcuno di trovarsi tra le fauci del mammifero diventa un modo per auspicare protezione estrema.
Anche in questa circostanza quindi, non avrebbe senso rispondere con un “crepi il lupo”, ma sarebbe meglio rispondere con un più pacifico “lunga vita al lupo”, o “evviva il lupo” o con un semplice “grazie”.
Altri sostengono che il proverbio abbia origine nell’ambiente marinaresco e non in quello di montagna. In questo contesto la “bocca del lupo” era la lavagna sulla quale i capitani delle navi che giungevano alla Giudecca registravano il loro arrivo e la quantità di uomini e merci portati a casa. L’espressione aveva quindi lo scopo di augurare una buona navigazione e un rientro sani e salvi in porto. La risposta corretta da dare in questa circostanza sarebbe “che il Dio del mare ti ascolti”.
Come abbiamo visto, se si prende per buona la considerazione negativa del lupo nell’ambito della caccia, con la risposta “crepi” si compirebbe il piccolo “rito magico” per allontanare la mala sorte.
Questa versione, però, ci piace poco e suggeriamo di valutare le altre accezioni di significato, in cui il lupo è visto come un animale buono e protettivo: in fondo non dimentichiamoci che il lupo è l’antenato del cane, il più fedele amico dell’uomo! Se la vediamo in questo modo le risposte migliori sono senza dubbio “evviva il lupo”, “lunga vita al lupo” o semplicemente “grazie“.
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R.B.
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