Il traffico di animali selvatici è illegale ma nonostante le campagne di sensibilizzazione, l’impegno degli Stati e delle forze dell’ordine, si tratta di un fenomeno che continua a colpire migliaia di animali ogni anno. E così oltre a tutte le minacce derivate dall’uomo, come lo sfruttamento del territorio che distrugge l’habitat di molte specie come gli orangotango in Indonesia, i cambiamenti climatici e l’inquinamento, la caccia di trofei, anche il commercio di questi animali vivi si rivela una catastrofe.
Gli orrori di questo fenomeno rimbalzano di tanto in tanto sui media, ma nella maggior parte del tempo questi casi restano per lo più sconosciuti. In Guinea, sono stati salvati due cuccioli di scimpanzé, recuperati dalle autorità e trasferiti nel rifugio dell’ONG GALF Project (Guinée-Application de la Loi Faunique) che collabora con il network di Eagle un progetto al quale hanno aderito diverse organizzazioni operanti nell’Africa centro occidentale per la tutela di animali selvatici.
Secondo quanto riporta Geapress, i volontari dell’associazione con la polizia hanno effettuato un blitz con il quale hanno intercettato dei trafficanti con i piccoli scimpanzé,destinati a committenti che con molte probabilità ne avevano fatto richiesta.
Un maschio e una femminuccia di poche settimane di vita, tanto piccola da richiedere l’uso del pannolino. I due cuccioli sono stati trasferiti al Centre de Conservation pour Chimpanzes in Guinea dove saranno curati e seguiti dai volontari. Ma per loro non sarà più possibile tornare in libertà con la loro famiglia, in quanto quando vengono sottratti alla loro famiglia, i trafficanti uccidono tutti i membri del gruppo di appartenenza.
Un fenomeno terrificante molto diffuso e una minaccia costante per queste creature destinate anche ai collezionisti come quelli di ossa, per cui vi sarebbe una spiccata richiesta di crani di questi esemplari. Secondo i dati si quello del mercato dei crani è un mercato fiorente a livello internazionale.
Il centro di conservazione degli scimpanzé in Guinea ha sottolineato l’impegno dell’INTERPOL che tra il 2009 e il 2011 ha intercettato almeno 130 esemplari destinati alla Cina. Secondo le autorità si tratta di un fenomeno senza precedenti in continuo sviluppo. In base ad uno studio condotto nel 2002, per recuperare un cucciolo vengono uccisi almeno dieci membri adulti del branco. Ovvero, per il contrabbando di 130 esemplari sono morti 1300 scimpanzé.
Stessa sorte è riservata anche ai gorilla e molte altre specie di primati. Un solo esemplare può arrivare a costare migliaia di dollari. Ad esempio, a Conakry, uno scimpanzé può essere venduto dai 3 ai 7mila dollari, mentre un gorilla può arrivare a 40mila dollari. Uno scimpanzé venduto in Cina può invece arrivare a costare fino a 25mila dollari. Un mercato che alimenta sempre di più i bracconieri. Tanto che l’azione del Galf si sta sempre più concentrando sull’esportazione di questi esemplari verso la Cina.