Il ragno con la faccia di un cane e le orecchie di un coniglio

Il ragno con la faccia di un cane e le orecchie di un coniglio

Un ragno dalla testa di un cane incuriosisce la rete

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Una strana creatura immortalata nel 2017 da un fotografo naturalista Andreas Kay sta alimentato la curiosità in rete. In molti si sono chiesti cosa fosse e hanno sospettato che si trattasse di un fotomontaggio. L’aspetto iniziale è quello di un cane con le orecchie da coniglio. Osservando meglio, si nota che in realtà si tratta di una specie do aracnide, cugino del ragno chiamata Metagryne bicolumnata ma anche bunny harvestman in inglese, nel quale il termine di “bunny” (coniglio) richiama le simpatiche orecchie di questo insetto.

La Metagryne bicolumnata è una specie che vive nella foresta pluviale amazzonica dell’Ecuador orientale, appartiene alla famiglia degli aracnidi noti come opiliones, patonas o mietitori. Non ha veleno ed è completamente innocuo per le persone. Sono state classificate circa 6.650 sottospecie di mietitrici, molte delle quali hanno sembianza grottesche come la Metagryne bicolumnata.

Andreas Kay è un biologo che dopo aver insegnato nella Scuola Politecnica Federale di Losanna (EPFL) in Svizzera si è dedicato alla fotografia naturalista e alla gestione del sito “Ecuador Megadiverso”, un portale dedicato alla meravigliosa biodiversità del paese sudamericano.

Ma torniamo al bizzarro protagonista degli scatti. Di cosa si tratta esattamente? Innanzitutto, anche se somiglia molto a un ragno e appartiene alla classe degli aracnidi, non è un ragno ma un opilionide. Queste schive creature sono decisamente più “innocue” degli animali con cui spesso vengono confusi, dato che non dispongono delle ghiandole velenifere e il sacco per la seta. Sono caratterizzate da lunghissime zampe filiformi – anche se alcune specie le hanno corte – con le quali si muovono delicatamente tra la vegetazione. A differenza dei ragni gli opilionidi hanno un corpo fuso e dalla forma ovale, non bipartita con un netto prosoma e opistosoma.

Riguardo al Metagryne bicolumnata, la specie fu descritta per la prima volta dall’entomologo tedesco Carl Friedrich Roewer nel 1959. Secondo Kay la struttura nera potrebbe servire per tenere lontani i predatori.

Scoperte di nuove specie

Ogni anno, vengono scoperte nuove specie di animali o piante di fronte al rischio di estinzione di numerose altre specie, per cui secondo i dati del Programma Ambientale delle Nazioni Unite, ogni giorno circa 150-200 specie di piante, insetti, uccelli e mammiferi si estinguerebbero. Un fenomeno drammatica che connota l’epoca contemporanea e che per gli scienziati è paragonabile al processo che ha portato all’estinzione dei dinosauri.

Fortunatamente, la scoperta di nuove specie controbilancia questo quadro tragico, arrivando a registrare un record nel 2016 con ben 18mila nuove specie scoperte. Molte di queste scoperte sono importanti e addirittura definite spettacolari dai ricercatori. Che siano piante, insetti o animali, il pianeta terra continua a nascondere piccoli tesori per cui la tutela della biodiversità e dell’ecosistema è fondamentale.

Shannon Bennett, responsabile delle ricerche alla California Academy of Sciences ha dichiarato che “nonostante decenni di ricerca instancabile di alcuni dei luoghi più sconosciuti e remoti sulla Terra, gli scienziati delle biodiversità stimano che oltre il 90% delle specie resti ancora un mistero, ce ne sono ancora innumerevoli da scoprire, ha dichiarato. Una ricca varietà di piante e animali è ciò che consente alla vita sul nostro pianeta di prosperare: l’interconnessione di tutti gli ecosistemi fornisce resilienza collettiva di fronte alla crisi climatica che ci sta minacciando. Ogni nuova specie scoperta serve da importante promemoria dell’importantissimo ruolo che abbiamo nel comprendere e preservare al meglio questi preziosi ecosistemi”.

 

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C.D.

 

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