Grazie ad un nuovo “rivelatore di pensieri” un gruppo di scienziati ha scoperto che i atti sono in grado di viaggiare con la mente!
Molto spesso l’uomo tende a considerarsi una specie unica e davvero lontana da tutte le altre, tralasciando però il fatto che anche noi siamo animali e con antenati comuni a tanti altri, soprattutto se mammiferi, motivo per cui molto di ciò che siamo potrebbe essere anche parte di ciò che sono questi animali, dai più vicini ai più lontani a noi. Pensare che siano gli unici a saper esprimere concetti complessi, a saper utilizzare il pensiero strategico o addirittura ad usare l’immaginazione è dunque sbagliato ed un recente studio ha permesso di evidenziarlo. Nello studio in questione sono stati i ratti i protagonisti dei quali pensieri sono stati “letti” grazie ad un team di ricercatori della Howard Hughes Medicali Institute di Ashburn.
Per capire il pensiero di un animale non è possibile comunicare con lui, motivo per cui c’è stato bisogno di molto studio e dell’invenzione di una macchina in grado di leggere direttamente i pensieri. Sembra fantascienza ma in verità tale macchina è davvero stata creata ed ha effettivamente reso accessibili i pensieri di alcuni animali. Ci sono voluti anni per la realizzazione del macchinario ma alla fine gli scienziati hanno reso noto che il sistema funziona ed è riuscito a connettere l’attività elettrica di una determinata area del cervello dei ratti ad un computer per far sì che alcuni pensieri potessero essere letti.
Nell’essere umano è l’ippocampo la parte del cervello che rievoca i ricordi e che ci permette anche di immaginare, questa capacità non era però mai stata studiata in altri animali non essendo chiaro se fossimo gli unici a saper controllare questo tipo di attività celebrale. Il sistema ha però permesso di collegare l’attività elettrica dell’ippocampo dei ratti con la loro posizione all’interno di uno spazio virtuale progettato dagli autori del progetto, con questo complesso meccanismo si è quindi potuto verificare se il ratto fosse in grado di in estate l’attività del proprio ippocampo solo per pensare ad un luogo specifico dello spazio virtuale, quindi senza andarci fisicamente.
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Ciò che è emerso è che “il ratto è effettivamente capace di attivare la rappresentazione di luoghi nell’ambiente senza andarci“, questo quanto asserito da Chongxi Lai, primo autore dello studio. Anche restando fermi in un ponto è dunque stato verificato che questi animali possono “viaggiare con la mente” fino a raggiungere virtualmente un luogo lontano. La cosa sbalorditiva è che i ratti abbiano imparato a pensare a quel luogo e solo a quello per un periodo abbastanza lungo, per lo meno in base a quello che immaginavamo noi, dimostrando che la loro capacità di attenzione è molto maggiore di quel che ci si aspettasse.
Anche se scoprire come gli animali possano essere in grado di rapportarsi al mondo similmente a noi possa essere entusiasmante, il macchinario messo a punto sembra offrire anche molto di più, aprendo a nuovi studi sull’ippocampo e permettendoci di capire meglio anche la mente umana, fino al punto di permetterci in futuro la realizzazione di protesi neurali, ovvero dispositivi in grado di trasmettere informazioni sensoriali al sistema nervoso centrale e di risolvere dunque molti problemi medici attualmente irrisolvibili.
La scienza non si ferma mai e ogni giorno una nuova entusiasmante scoperta è all’orizzonte, per oggi sono questi topolini spesso considerati inutili e poco intelligenti ad averci stupito, ma sembra ormai chiaro che uno degli errori più comuni dell’essere umano sia proprio quello di considerarsi una razza superiore e diversa da ogni altra, ed evidenze scientifiche ormai comuni stanno sempre più rivelando come questo pensiero sia davvero lontano dalla verità.
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