Un interessante approfondimento del quotidiano francese LeMonde ha ripercorso alcune filiere produttive meno note collegate ai macelli. Ci sono un moltitudine di prodotti che contengono componenti derivati dagli animali e che consumiamo senza esserne consapevoli: dalla gelatina di maiale nei dentifrici, al sangue essiccato per i fertilizzanti, al grasso animale per le essenze, le vernici o per i combustibili. Insomma, si tratta di prodotti che provengono dagli scarti dei macelli e che sono ampiamente impiegati nelle filiere produttive. Ma oltre agli scarti ci sono anche alcune parti “commestibili” come il sangue, il pancreas o le zampe di maiale che invece vengono trattati e trasformati da molte industrie nel settore dell’alimentazione per gli animali. Infine, ci sono componenti che vengono impiegati nella cosmetica.
Un regolamento europeo (n° 1069/2009) ha individuato tre categorie relative all’abbattimento degli animali: la prima categoria riguarda i rischi per la salute pubblica come ad esempio patologie provocate dalla mucca pazza o sostanze nocive per l’uomo. Per cui i componenti animali derivati devono essere distrutti dopo un trattamento idoneo. La seconda categoria nella quale sono comprese materie organiche che rappresentano rischio di contaminazione derivata da malattie animali. In questo caso, si tratta di animali morti o abbattuti all’interno di un quadro di misure sanitarie, come ad esempio nel caso della presenza di medicinali assunti dall’animale e pertanto non idonei per l’uomo. Questo tipo di scarto può essere però destinato alla produzione termica in alcuni settori limitati come la produzione del biogas o di compostaggio. La terza categoria riguarda invece gli scarti dai macelli destinati all’alimentazione umana e che possono essere integrati nell’alimentazione animale, nei detergenti.
Si tratta in ogni modo di un settore molte ben regolamentato per cui solo alcune società possono recuperare gli scarti, trattarli e lavorarli, in base a rigide normative ambientali e sanitarie. Le aziende di trasformazione degli scarti separano i grassi dalle proteine attraverso un trattamento termico.
Da una parte le proteine sono destinate alle farine animali, nella maggior parte dei casi impiegate nell’industria della”pet food”. Il grasso animale viene invece utilizzato nell‘industria dell’oleochimica per la produzione di saponi per i quali sono soprattutto utilizzati i grassi di bovini e di maiali, come per i saponi di Marsiglia, lubrificanti, vernici e cosmetici come l’acido ialuronico che prima di essere sintetizzato, veniva estratto anche dagli occhi degli animali.
Brigitte Gothière, cofondatrice dell’associazione animalista francese L214 ha commentato che si tratta di un settore nel quale “ci si appropria del corpo animale che viene ridotto alla schiavitù come un oggetto mentre non lo è. Non immagineremmo mai di utilizzare i cadaveri umani per i cosmetici”. La Gothière ha poi giustamente sottolineato che “se le donne sapessero cosa c’è dentro le creme che utilizzano per il loro viso, dubito che continuerebbero ad acquistarle”, sostenendo che queste informazioni dovrebbero essere riportate sulle etichette dei prodotti.
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