Tutti conosciamo i moscerini, piccole creature che appartengono all’ordine dei Ditteri, ma quasi nessuno è al corrente della loro incredibile intelligenza…
Ammetiamolo, i moscerini sono spesso animali fastidiosi per molti, a chi non urterebbe averli attorno mentre ronzano e svolazzano ovunque in giro per casa? Fanno parte di tutti quegli insetti che la maggior parte di noi ha sempre considerato (per qualche assurdo motivo) senza un minimo di intelligenza.
Forse, trattandosi di animali talmente minuscoli, questo ci porta a pensare che la loro intelligenza sia pari alla loro dimensione. Eppure, non c’è niente di più sbagliato, stiamo infatti per smontare tutte le vostre convinzioni. Cosa avranno mai in comune con noi esseri umani delle ‘creaturine’ del genere? Ve lo diciamo subito: tantissimo, anzi, più di quel che pensate.
Moscerini, perché la scienza li considera animali intelligenti?
Ebbene sì, la scienza non soltanto ha scoperto quanto siano intelligenti, ma ha anche individuato diverse similitudini con noi umani. Gli studiosi del Kavli Institute for Brain and Mind dell’Università di San Diego in California hanno a lungo analizzato il loro comportamento.
Dopo diverse ricerche è uscito fuori che i moscerini, soprattutto quelli della frutta (scientificamente noti come Drosophila melanogaster), hanno un quoziente intellettivo più alto del previsto.
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In breve, hanno constato che tutte quelle capacità solitamente presenti nei mammiferi, le hanno anche loro. Parliamo quindi di molteplici abilità cognitive, come:
- Memoria
- Concentrazione
- Coscienza
Incredibile cosa si nasconda dietro ad un cervello così piccolo, non è vero? Ma come mai questi animali che apparentemente sembrerebbero non condividere nulla con noi, in realtà presentano diverse caratteristiche comuni alle nostre?
L’autore dello studio, Ralph Greenspan, nonché docente di scienze biologiche della UC San Diego, ha a tal proposito commentato:
“Nonostante la mancanza di evidente somiglianza anatomica, questa ricerca parla del nostro funzionamento cognitivo quotidiano, a cosa prestiamo attenzione e come lo facciamo. Poiché tutti i cervelli si sono evoluti da un antenato comune, possiamo tracciare corrispondenze tra le regioni del cervello delle mosche e dei mammiferi in base alle caratteristiche molecolari e al modo in cui conserviamo i nostri ricordi”.
Come è stato svolto l’esperimento?
Di esperimenti ne sono stati fatti una marea, ma il tutto è avvenuto grazie ad una molecola fluorescente, geneticamente modificata in cellule celebrali. Così facendo, gli studiosi sono riusciti a monitorare ogni singola cosa stesse accadendo nel loro cervello. Assurdo pensare quanto anche l’essere più minuscolo di questa terra possa arrivare a nascondere delle qualità non poi così tanto differenti dalle nostre…
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Irene Forte