Grandi grotte tane di grossi mammiferi, antenati dei bradipi
Sono state scoperte migliaia di grotte tra il Sud del Brasile e l’Argentina, oggetto di una ricerca condotta da un gruppo di ricercatori dell’Università Grande Rio. Secondo i ricercatori che hanno catalogato oltre 1.500 grotte, questi cunicoli in realtà erano delle tane di antichi grandi mammiferi ormai estinti.
Tane scavate nelle rocce di vario tipo: granitiche e basaltiche, arenarie e individuate in altri sedimenti consolidati. Risalirebbero all’epoca del Plio-Pleistocene per cui i ricercatori hanno ipotizzato che si potesse trattare di tane di grandi mammiferi.
Una tesi sostenuta anche da altri ritrovamenti: graffi e scanalature sulle pareti lasciate dagli animali che vivevano nei cunicoli lunghe decine di metri di lunghezza. Sono state individuate due tipologie di tane: una più piccola che presenta fino a 1,5 metri di diametro e un’altra tipologia di 2 metri di altezza e 4 metri di larghezza. Questo ha significato per i ricercatori che fossero abitate da due specie di animali.
Nelle grotte, i ricercatori hanno anche individuato altri reperti e fossili: mascelle, crani, ossa fino a lembi di pelliccia, perfettamente conservati.
Gli studiosi hanno classificato questi grandi mammiferi in Megaichnus suddivisi in M. major e M. minor. In base al tipo di tana, potrebbero essere associati nelle dimensioni e nella loro morfologia agli antenati dei bradipi o armadilli giganti.
Sono stati infatti individuati resti di una specie chiamata Mylodon, un genere estinto di bradipo gigante che viveva nell’area della Patagonia in Sud America fino a circa 10.000 anni fa. Una specie erbivora che presentava artigli lunghi e affiliati e poteva raggiungere i sei metri di altezza.
Il paleontologo e oceanografo Francisco Buchmann ha individuato diverse grotte in una valle chiamata la “Valle dei Giganti”, nei pressi del fiume Esmeril nelle zone rurali del Rio Pardo de Minas, un comune di 30.000 abitanti nello stato del Minas Gerais settentrionale. Vi sarebbero ben 6 grotte che arrivano ino a 40 metri di lunghezza. La ricerca fu avviata da Buchmann, professore all’Università Statale di San Paolo (Unesp) di São Vicente, nel 2012, dopo la scoperta di alcune grotte da parte di una società di estrazione mineraria.
Grotte di mammiferi giganti
Durante le indagini, il professore trovò numerosi reperti e segni come graffi sulle pareti, riconducibili ai grandi mammiferi e smentendo la tesi principale che le grotte si fossero formate dall’erosione dell’acqua.
Insieme al geologo Heinrich Frank dell’Università Federale del Rio Grande do Sul (UFRGS) e altri colleghi, Buchmann ha poi proseguito la ricerca scoprendo oltre 1500 grotte sul territorio. E’ emerso che i diversi cunnicoli portavano anche a diverse stanze che servivano ai vari membri del branco. “Una comunità di bradipi di terra ha probabilmente scavato queste gallerie”, ha ipotizzato Buchmann.
Inoltre, le grotte scavate in altitudine tendevano a restringersi maggiormente. Questo significa per i ricercatori che le condizioni climatiche influivano sulle loro dimensioni. La profondità delle grotte garantiva una maggiore stabilità climatica per gli inverni freddi mantenendo il calore.
La specie estinta almeno 10 mila anni fa aveva delle abitudini diverse dai bradipi di oggi. Esistono in Sud America sei specie di bradipi, piccoli di dimensioni e che a differenza dei loro antenati, vivono sugli alberi e si cibano di foglie e frutti. La loro morfologia non è adatta a camminare su terra. Secondo lo studioso, la specie antica gigante non avrebbe avuto una struttura morfologica adatta a scavare, per questo, il gruppo di ricercatori guidati da Buchmann sospettano che le grotte siano state create da una sotto famiglia più contenuta nelle dimensioni che arrivava a due metri di altezza.
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C.D.