Gli effetti dell’inquinamento ambientale sul mondo degli animali: gli uccelli imparano a costruire i loro nidi con gli scarti degli esseri umani
Da anni ormai si cerca di porre l’attenzione su una delicata questione che riguarda l’intero globo: il problema dei rifiuti. Oltre al corretto smaltimento degli scarti prodotti ogni giorno dagli umani, vi è un altro aspetto altrettanto importante da considerare e con risvolti ancora più gravi: la piaga dei rifiuti incoscientemente scaricati dove capita.
Se da un lato la soluzione definitiva al problema sembra ancora lontana, le conseguenze degli scarti presenti in ogni dove, invece, non tardano ad arrivare.
Un nuovo studio ha infatti dimostrato che più di un centinaio di specie diversi di uccelli ha cominciato ad utilizzare i rifiuti abbandonati dalle persone in natura per costruire i loro nidi.
In una sorta di evoluzione (indotta dagli umani), molti uccelli marini e terrestri hanno imparato ad adattarsi ai cambiamenti dell’ambiente in cui vivono.
Se fino all’irrimediabile impatto provocato dai rifiuti, questi volatili ricorrevano a ramoscelli, foglie, sassi, penne e piume per costruire i propri nidi, adesso tra i materiali selezionati per realizzare i loro covi compaiono anche resti di sacchetti in plastica, cicche di sigaretta e mascherine chirurgiche.
I risultati di una ricerca pubblicata su Philosophical Transactions of the Royal Society hanno mostrato che ben 176 specie diverse di uccelli nel mondo sfruttano materiali antropogenici per tale fine.
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Ad esempio, in Canada e negli Stati Uniti i falchi pescatori utilizzano i nastri di plastica impiegati per fissare le balle di fieno, mentre alcuni uccelli marini in Australia adoperano pezzi di reti da pesca per irrobustire i loro covi.
In Europa in molti nidi di merlo si possono trovare frammenti di sacchetti di plastica, mentre in America del sud si sfruttano addirittura i mozziconi di sigaretta.
I nuovi elementi utilizzati, banalmente, forniscono ai nidi caratteristiche diverse che comportano una serie di vantaggi e svantaggi per i piccoli.
La plastica può tenere i piccoli al caldo fungendo da isolante termico. I materiali più duri conferiscono maggiore stabilità al covo. La nicotina presente nelle cicche di sigaretta costituisce un buon deterrente per i parassiti.
Di contro, i rischi che comporta l’utilizzo di tali materiali antropogenici sono letali.
I pulcini possono scambiare i frammenti di plastica per cibo e ingerirli, rischiando la morte per soffocamento.
Alcuni rifiuti, come etichette o involucri di caramelle, sono vistosi e colorati e possono facilmente catturare l’attenzione dei predatori, anche a grandi distanze.
La nicotina ha effetti nocivi sulla salute dei pulli. Infine, vi è il rischio che i piccoli possano rimanere impigliati o soffocare nelle lenze dei pescatori.
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Una delle autrici dello studio, Zuzanna Jagiełło, ricercatrice all’Università di Poznań, ha evidenziato la gravità di questo fenomeno, sottolineando il pericolo che tale pratica rappresenta per gli uccelli e i loro pulcini: “Un’ampia varietà di specie di uccelli ha incluso rifiuti nei loro nidi. Si tratta di un fenomeno preoccupante perché sta diventando sempre più evidente come tali materiali possono danneggiare i piccoli e persino gli uccelli adulti”.
Insomma, se da una parte questi animali hanno cercato di sfruttare al meglio ciò che ormai trovano nell’ambiente che li circonda, dall’altra la loro grande capacità di adattamento sta ‘generando’ un’ulteriore grave minaccia per la loro sopravvivenza.
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