E’ stata abolita nel 2009 in India, la pratica di catturare i cuccioli di orso per destinarli all’intrattenimento. Una triste realtà nella quale sono stati sfruttati migliaia di orsi, strappati dalla madre e addestrati a danzare per divertire le persone. Agli orsi era anche applicato un anello al naso inserito con un ago bollente con il quale veniva perforato il naso dell’animale per gestirlo meglio mentre per renderli più innocui agli esemplari erano anche rimossi i denti.
ORSI BALLERINI– Quella degli orsi ballerini è stata una tradizione millenaria che si è diffusa dall’India tramite le popolazioni nomadi che si sono stabilite in Europa Orientale spingendosi fino ai Balcani. Una tradizione che aveva come unico scopo quello di divertire le persone alle feste o alle fiere e che in realtà si rivelava una tortura costringendo l’animale fin da cucciolo ad assumere una posizione innaturale. L’addestramento consisteva nel far stare in piedi i cuccioli su pedane roventi al suono di violino. Gli animali per evitare il dolore alzavano le zampe a turno, dando vita ad una sorte di triste danza. Da quel momento in poi, gli orsi associavano il suono al movimento incondizionato. Allo scadere del XX° secolo, questa prassi è stata vietata in un po’ tutti i paesi e dalla Serbia, passando per la Romania e Bulgaria furono salvati centinaia di orsi, grazie alle associazioni animaliste che hanno contribuito a recuperare gli esemplari e a trasferirli presso centri di recupero, dove gli orsi, attraverso gli anni hanno potuto riscoprire il senso di libertà.
LA STORIA DI PERCY – Centinaia di orsi sono stati in questo modo privati della loro vita e dignità con metodi barbari, condannati dalle associazioni animaliste. Ci sono tante storie di questi esemplari come quella di un orso di nome Percy, recuperato dall’Associazione International Animal Rescue (IAR), a Bannerghatta, in India.
Al suo arrivo l’animale era annientato sia fisicamente che psicologicamente e solo con il passare dei giorni ha iniziato a recuperare le sue forze. A distanza di anni, Percy porta ancora le cicatrici di quell’anello che gli era stato messo ma assieme ad altri 350 orsi salvati dallo stesso destino, ce l’ha fatta a superare i traumi e adesso, raccontano i volontari, vive tranquillamente nella riserva: “Passe le sue giornate riposando sotto gli alberi e le notti a caccia con gli altri orsi nella foresta della riserva dove può muoversi liberamente come se fosse in natura”.
Quando gli orsi vedono arrivare il camion pieno di buon cibo, come la frutta, si agitano e tra loro, anche Percy si getta nella mischia e se non fosse per le sue cicatrici, spiegano i volontari, nessuno potrebbe immaginare che un tempo viveva in un altro modo. Un tempo che non è poi così lontano. Ma per loro, la vita va avanti e grazie ai centri e alle donazioni, posso finalmente essere rispettati.