ll 29 luglio di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale della Tigre, un giorno dedicato alla sensibilizzazione riguardo le sorti di una delle specie animali più a rischio di estinzione.
La Tigre è una delle specie a rischio d’estinzione; l’uomo ha provocato la scomparsa di ben tre delle nove sottospecie di tigre, tra cui la Tigre di Giava, la Tigre di Bali e la Tigre del Caspio. Secondo i dati forniti dal WWF nel 2015 si è passati dai 100mila esemplari di inizio Novecento a circa 3mila esemplari nel 2014, oltre il 97% degli esemplari in meno. Un declino costante, in quando solo nel 2006, il numero di tigri era circa 7.000.
Dati preoccupanti e piuttosto sconcertanti se si considera che l’unica causa dell’estinzione della tigre sia l’uomo, non solo per il bracconaggio, l’uomo uccide questo splendido animale per la pelle, le ossa o per sfruttare commercialmente altre parti del suo corpo. La tigre è anche minacciata dallo sviluppo che sta distruggendo gli habitat naturali del felino confinato ormai nelle zone isolate del Sud e del Sudest asiatico, della Cina e dell’estremo Est della Russia. Il WWF ricorda che ogni settimana due tigri vengono uccise dal commercio illegale di pelle e ossa.
Il perché della giornata mondiale della tigre
La tigre del Bengala è classificata fra le specie minacciate dall’Unione mondiale per la Conservazione della Natura (Iucn). La più numerosa popolazione di tigri del Bengala è in India e conta 2.226 esemplari mentre tra il Bangladesh, Nepal, Bhutan, Cina e Birmania vivono le altre tigri selvagge. Anche se secondo alcune stime del governo indiano, sarebbero rimasti soltanto 1.400 esemplari.
Monirul Khan, zoologo dell’università Jahangirnagar del Bangladesh e grande esperto di tigri, commentando una recente indagine sulla popolazione delle tigri ha ammesso che “sembra che la popolazione sia diminuita più rapidamente di quanto si prevedesse“.
Anche nella Sundarban, la più grande foresta di mangrovie del mondo, pare che siano diminuiti gli esemplari passano da 440 esemplari recensiti nel 2004, sarebbero rimasti solo un centinaio di tigri. E’ quanto ha confermato Tapan Kumar Dey, responsabile governativo per la protezione della fauna e della flora, riferendo che alcuni ricercatori con l’ausilio di moderne tecnologie tra cui sensori di movimento, hanno contato fra 83 e 130 tigri: “Abbiamo pertanto una media di 106 tigri in questa parte della Sundarban“, ha affermato Tapan Kumar De, precisando che a questo numero sono da aggiungere 74 tigri identificate nella parte indiana.
“Avanti con questo trend le ultime sette sottospecie di Tigre ancora in natura si estingueranno nei prossimi cinque anni e il loro patrimonio genetico sarà perduto”, ammonisce Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva di Bussolengo e presidente dell’Unione Italiana Zoo e Acquari (Uiza). Una previsione che incontra le stime delle organizzazioni internazionali che di questo passo prevedono l’estinzione entro il 2022 delle restanti sottospecie tra cui la Tigre Siberiana, Tigre indocinese, la Tigre Malese e la Tigre Indiana sono classificate a “grave rischio estinzione”. Mentre nella lista, la Tigre meridionale cinese è data probabilmente per estinta e quella di Sumatra è classifica “prossima all’estinzione”.
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Tra i prossimi paesi dove si prevede l’estinzione, secondo i dati del WWF, emergono Cina, Cambogia, Laos e Vietnam, con circa 30 esemplari rimasti su tutto il territorio, seguito da Nepal, dove ci sono 120 tigri. In Tailandia sono rimaste 200-300 tigri, mentre Indonesia e Russia ne contano rispettivamente 400 e 420. La Malesia è il Paese che ospita più tigri dopo l’India, ma ne ha solo 500.
Ma come si può fermare tutto questo? Per la conservazione della specie sono fondamentali i parchi zoologici e quelli per la tutela della tigre.
Il Wwf ha avviato una campagna intitolata “TX2” con la quale entro il 2022 vuole raddoppiare la popolazione delle tigre arrivando a 6mila esemplari, con un programma che mira a tutelare 12 zone cruciali facendo pressione sui governi, a rafforzare la lotta al bracconaggio, la difesa del territorio dalla distruzione degli habitat e al contempo la protezione delle predi naturali delle tigri come cervi e altri erbivori (maggiori informazioni clicca Progetto TX2).
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