Come fa il geco che non cade dal muro a restare attaccato anche a testa in giù? Tutto quello che c’è da sapere sulla particolare abilità di questo rettile.
Nelle sere d’estate sarà ancora più facile vederli su un muro oppure scivolare sopra la nostra testa, e sarà normale chiedersi in che modo i gechi restano ‘attaccati’ alla superficie senza perdere l’equilibrio e cadere nel vuoto. Ebbene non si tratta di alcuna magia e, se vogliamo, neppure di una particolare abilità. La risposta è tutta nelle zampe, come vedremo a breve. A quanto pare queste zampe caratteristiche riescono a contrastare la forza di gravità. Tutte le curiosità relative al fatto che un geco non cade dal muro.
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Vedere un geco in casa è assolutamente normale nelle sere calde d’estate: siamo mai rimasti affascinati dal suo modo di procedere su soffitti e muri senza mai cadere? Tenersi in equilibrio su una superficie senza rovinare al suolo non è certo semplice e, solitamente, richiede una buona dose di concentrazione e anche di forza muscolare. Ebbene, i gechi non hanno assolutamente bisogno di tutto questo e vi riescono senza compiere il minimo sforzo. Quindi non si tratta di alcun superpotere, anzi la loro abilità è del tutto passiva, poiché non è necessaria alcuna forza né muscolare né di tipo neurale: così sostiene la rivista scientifica Biology Letters.
Il rettile quindi riesce a mantenersi ancorato alla superficie, anche a testa in giù, semplicemente perché vi è attaccato con una sorta di forza adesiva. Alcuni scienziati hanno provato a sperimentare in laboratorio e creare una forza adesiva pari a quella del geco ma non vi sono mai riusciti, perché le zampe non secernono sostanze particolari ma sono strutturalmente particolari: vedremo come.
Chi parla di potere adesivo delle zampe in realtà commette un errore: sono le setae, setole appunto, che sono lamelle molto sottili (quasi quanto i nostri capelli) che si ‘espandono’ sulla superficie di muri e soffitti. Tra le lamelle, che si trovano sotto le zampe, si formano delle forze, dette ‘interazioni di Van Der Waals’, tra pelo e superficie.
Se pensiamo alla grandezza delle sue zampe, immaginiamo quanto sottili e piccole possono essere quelle setole: a dispetto della loro dimensione però riescono ad esercitare una forza tale da tenerlo sospeso sui muri e sui soffitti. Il numero di setole si aggira intorno ai 14mila per mm quadrato.
La forza elettromagnetica che si crea tra le lamelle riesce a contrastare la forza di gravità: essa riesce a sopportare fino ad 8 volte il peso del geco stesso. Anche se rimanesse attaccato al muro con una sola zampa potrebbe supportare l’intero rettile.
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Se pensavamo che le zampe dei gechi avessero delle ventose, dovremo ricrederci. Oltre a questa, esse hanno una grande particolarità: sono autopulenti. Sono rivestite di una pelle idrorepellente che consente al rettile di mantenersi sempre ben saldo alle superfici. A tutte, tranne una: il teflon, ovvero una plastica speciale che risulta liscia al tatto e resistente alle temperature come quelle dei fornelli.
Proprio perché non lo tiene attaccato alcuna forza neurale o muscolare, anche quando il geco muore le zampe o setae riescono a restare attaccate alla superficie. Infatti, un team di ricercatori dell’Università di Riverside, in California, ha condotto un esperimento su 5 gechi: pare che essi riuscissero a restare attaccati anche fino a 30 minuti dopo la morte.
Quindi grazie a questa adesività passiva restano attaccati: al contrario devono esercitare forza per staccarsi dalla parte a cui restano appesi. Di certo si tratta di una caratteristica molto utile per i gechi, che possono addormentarsi senza il rischio di cadere al suolo e di risparmiare una notevole quantità di energia muscolare.
F.C.
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