Ad un bellissimo vitello di un allevamento in Texas è stata diagnosticata una cecità. Ovvero quel povero animale riesce a vedere solo le luci e le ombre. Ma per gli allevamenti non conta la disabilità, quanto invece che l’animale raggiunga il peso per il macello.
Ma una bambina di 13 anni, di nome Kendyll Williams, durante una gita scolastica nell’allevamento si era affezionata a questo esemplare con il quale ha passato ore intere a coccolarlo e rassicurarlo. Per salvarlo è stata pertanto avviata una raccolta fondi dai volontari del santuario Rowdy Girl vicino Houston, dove sono ospitati una cinquantina di bovini.
La responsabile del santuario Renee King-Sonnen ha raccontato che era difficile riscattare quel vitello per il quale erano stati addirittura raccolti oltre 12mila dollari. Infatti, il vitello, nel frattempo, era è stato ceduto all’asta, per 8mila dollari, alla società di trasformazione della carne Sam Kane.
Dopo essere entrato in quella catena, il vitello sembra ormai fuori portata dell’associazione animalista e lo stesso portavoce dell’azienda ha riferito che cedere il vitello sarebbe un pessimo esempio che potrebbe creare un precedente.
Sul caso è stato espresso un profondo rammarico e Alicia Mazoch, nonna della giovane Kendyll ha dichiarato ai media che sua nipote è sempre stata attaccata agli animali, ma non ha mai avuto un legame così stretto e profondo come con questo vitello.
Alla fine dell’asta, la tredicenne ha solo potuto abbracciare, baciare e dire addio a quell’essere che le aveva rubato il cuore. Una scena immortalata dai media e rimbalzata su tutte le pagine dei quotidiani locali. La responsabile del Santuario, King-Sonnen si è detta dispiaciuta per la bambina: “Ho guardato nel suo spirito, nel suo cuore e nella sua piccola anima”.
King Sonnen non si da per vinta e ha annunciato ai media che farà il tutto per tutto per poter ancora riscattare il vitello, sottolineando che “non è nato per essere macellato, ma per essere amato”.
Tutti noi ci chiediamo perché tanta ingiustizia e soprattutto perché l’azienda non fa nulla per rendere felice una bambina dal cuore spezzato.