La tularemia o febbre del coniglio è un’infezione causata da un batterio: Francisella tularensis . È una zoonosi e in quanto tale, una malattia che può essere trasmessa dall’animale all’uomo. Anche se il nome della malattia non spaventa, si tratta di una brutta infezione. Valutiamo la pericolosità, le cause, i sintomi e la cura della tularemia o anche detta febbre del coniglio.
La tularemia è un’infezione causata da un batterio: Francisella tularensis . È una zoonosi, ossia una malattia trasmessa dall’animale all’uomo. La Francisella tularensis è un batterio resistente nell’ambiente e addirittura al congelamento, purtroppo ampiamente diffusa negli ambienti esterni.
La trasmissione dei batteri può avvenire attraverso la pelle. Il batterio passa attraverso la pelle sana quando viene a contatto con animali tramite il pelo, gli organi o la pelle infettata.
La contaminazione può anche avvenire a livello digestivo, nel contesto di un consumo di acqua o alimenti contaminati, come ad esempio la carne.
Il coniglio sia maschio che femmina, può essere infettato da questo batterio dopo un morso di un altro animale contaminato. Ma anche dopo un morso di una zecca, un tafano o una zanzara o per inalazione di polvere da foraggio o rifiuti sporchi mentre l’infezione orale, è indiretta e si verifica se l’animale dovesse bere acqua contaminata.
I sintomi tipici della tularemia nel coniglio si manifestano generalmente tra 3 e 5 giorni dall’acquisizione del batterio (periodo di incubazione). Le manifestazioni cliniche di solito compaiono improvvisamente, per poi continuare per diverse settimane dopo il verificarsi dei sintomi.
Poiché il tempo che intercorre tra l’infezione e la morte del coniglio è rapido, la malattia viene spesso diagnosticata solo durante un esame purtroppo dopo morte. Durante l’autopsia, si osserva sanguinamento nella membrana pleurica e il sangue che si accumulato nei polmoni. Il fegato è ingrossato, la presenza di coaguli di sangue nel fegato, nella milza e le ghiandole linfatiche sono generalmente gonfie.
I fattori di rischio per la tularemia nel coniglio dipendono esclusivamente dall’esposizione ai batteri in questione. I più soggetti alla malattia sono i roditori (topi, ratti, topi, scoiattoli, ecc.), conigli e lepri. In numero minore, animali domestici, ovini e bovini.
Al momento non esiste un vaccino contro la febbre del coniglio o tularemia. Se il nostro coniglio non esce di casa, è molto difficile per lui contrarre questa malattia, ma daremo comunque una serie di suggerimenti per evitarlo. La diagnosi della tularemia nel coniglio si basa innanzitutto su la realizzazione di test medici per confermare o meno questa prima diagnosi.
Qui di seguito l’elenco degli esami:
Il trattamento della malattia mira a curare l’animale e perciò il trattamento verrà effettuato con una terapia antibiotica. Questo trattamento antibiotico comprende: streptomicina e tetraciclina.
Anche la gentamicina può essere molto efficace nel trattamento di questa problematica e a questo punto potremmo andare a rileggere un nostro articolo di qualche tempo fa: come far prendere la medicina al coniglio. Tuttavia, la sconfitta di questa infezione, purtroppo riguarda solo alcuni casi. Ricordiamo che è sempre buona cosa portare a visita dal veterinario il nostro coniglio.
Raffaella Lauretta
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