Un’indagine condotta a fine aprile da Peta Germania ha svelato i retroscena dello zoo di Hannover dove attraverso una serie di filmati, girati con delle telecamere nascoste, si vede il personale dello zoo maltrattare i cuccioli di elefanti accolti nella struttura.
Gli elefanti, come nei circhi, vengono picchiati, per essere addestrati in modo da intrattenere i visitatori. Secondo quanto denuncia la nota organizzazione animalista internazionale, sia i cuccioli che gli esemplari adulti, vengono spesso spostati dalla loro aree per essere trasferiti in una struttura al chiuso, lontano dagli occhi indiscreti, dove vengono torturati con gli “ankus”, ovvero dei bastoni con dei ganci alle estremità , usati tradizionalmente per l’addestramento degli elefanti.
Dai filmati si vede chiaramente che quando i cuccioli non rispettano i comandi o non eseguono l’esercizio in modo corretto, come girarsi, sedersi o sollevarsi con le zampe anteriori, vengono colpiti con il gancio. Si tratta di un metodo estremamente doloroso per la pelle delicata degli elefanti che addirittura in alcuni punti riescono addirittura a sentire la puntura di un insetto.
In base alle indiscrezioni non si tratta di maltrattamenti occasionali ma quotidiani. Gli addestratori ricorrono anche ad una frusta per sottomettere gli esemplari.
Peta diffondendo le immagini dell’inchiesta ha voluto ricordare che gli elefanti non dovrebbero vivere in uno zoo o in un circo ma bensì nel loro habitat con le loro famiglie con le quali quotidianamente percorrono decine di chilometri al giorno. Gli spazi esigui e ristretti di uno zoo sono inadatti per uno sviluppo equilibrato e sano dei cuccioli. Non a caso, denuncia Peta, negli zoo e nei circhi, gli elefanti più giovani hanno un tasso di mortalità più elevata.
La direzione dello zoo ha ovviamente respinto le accuse e il fatto che gli elefanti siano obbligati a fare degli spettacoli: “Questo tipo di intrattenimento da anni non viene più fatto nel nostro zoo”m ha dichiarato Andreas Casdorff, direttore dello zoo.
Tuttavia a smentire le parole del direttore del centro, entra in gioco Scott Blais, un ex addestratore di elefanti, fondatore del Global Sanctuary for Elephants, in Brasile, che in un’intervista al National Geographic ha spiegato le dinamiche documentate dai video: “La velocità con la quale gli elefanti rispondono ai comandi e la loro reazione alla vista del gancio è davvero straordinaria. Si vede chiaramente che quando un elefante sta tentando o minacciando di allontanarsi oppure mostra segnali di aggressività , gli addestratori entrano subito in campo con i ganci e sono pronti a colpire. A quel punto, il giovane esemplare esegue immediatamente il comando”.