L’elefante è un mammifero spesso utilizzato nei cartoni animati e storie per bambini, per la sua fisicità grossa e la sua unica proboscide prensile, che usa come se fosse un braccio.
Queste che tratteremo sono schede destinate ai bambini, per aiutarli ad apprendere particolari argomenti che nello specifico trattano di animali.
Non saremo ne’ i primi ne’ gli unici a trattare questo argomento, ma con l’aiuto di foto e paragrafi semplici, cercheremo di incuriosire e stimolare il bambino, aiutandolo anche visivamente ad assimilare la materia.
Oggi andremo a ricostruire, illustrare e rappresentare quello che è l’animale noto a tutti per le grandi orecchie.
Con il nome elefante riconosciamo uno dei più grossi mammiferi terrestri oggi viventi, famosi per la loro lunga proboscide e per le zanne di cui sono dotati.
Tutti conoscono la stazza inconfondibile dell’elefante, con il suo tronco massiccio, sorretto da quattro zampe simili a colonne, grandi orecchie a ventaglio, gli occhi piccoli e intelligenti, la lingua, la lunga e mobilissima proboscide e le zanne ricurve.
L’elefante africano in particolare è alto circa 3 metri e pesante circa 6 tonnellate, insieme all’ippopotamo sono fra i più pesanti. Si distingue dall’elefante indiano per le orecchie più grandi e le zanne più lunghe. Di tutte queste caratteristiche, quella più notevole rimane la sua proboscide.
Questo è un organo molto complesso e robusto, è costituito da una quantità enorme di fascetti muscolari, il cui numero è di circa 40000. Tale struttura complessa è necessaria per permettere all’organo la possibilità di svolgere in modo completo le funzioni tattili e prensili.
L’elefante infatti non è in grado di flettere il capo fino al terreno, né di alzarlo verso gli alti rami degli alberi: solo il possesso della proboscide gli consente di alimentarsi indifferentemente di basse erbe e di fronde d’albero, che abbatte con la massima facilità, al contrario della giraffa.
Oltre a ciò, la proboscide, alla sua estremità possiede il naso con cui ha notevoli doti olfattive. Insomma è uno strumento necessario all’elefante per una miriade di usi. Infatti può compiere lavori pesanti o addirittura scartare delicatamente una caramella, al fungere da innaffiatoio, una volta riempita di acqua in una sorgente.
Inoltre soffiando violentemente l’aria attraversa la proboscide inarcata a forma di S, l’animale può emettere barriti potenti. Altra caratteristica è la dentatura.
Privo di canini l’elefante possiede due incisivi molto sviluppati, sporgenti dal labbro ai lati della proboscide e ricurvi in avanti: le zanne, la più grande fonte di guai per questi animali che sono stati insidiati dall’uomo per ricavarne l’avorio.
Le dimensioni e la forma delle zanne possono variare notevolmente a seconda dell’età, del sesso e della specie di elefante. Le più grandi finora riscontrate sono lunghe circa 3 metri e pesano un centinaio di chili. Si tratta comunque di casi limite.
A parte le zanne, in ogni mascella si trovano sei molari. Anche i piedi dell’elefante sono abbastanza particolari. Innanzitutto, le dita non sono mobili perché bloccate da strati di carne e pelle, il piede perciò assume una forma tondeggiante.
Ogni è munito di uno zoccolo alla sua estremità, la pianta del piede invece risulta piatta. La coda è di media lunghezza terminando con un ciuffo composto da grosse setole.
L’habitat naturale per gli elefanti non è molto specifico, questi animali, infatti si adattano tranquillamente ai più svariati territori l’importante, tuttavia, è che quest’ultimi offrano una giusta e abbondante quantità d’acqua e di cibo in particolare l’erba. Per la maggior parte vivono in Africa e India.
Dopo l’epoca preistorica le uniche due specie di elefanti rimaste sono l’elefante africano e l’elefante asiatico. Questi due gruppi costituiscono un insieme omogeneo, compatto e decisamente numeroso.
Questi animali tendono a spostarsi continuamente alla ricerca sempre di cibo, essendo un gruppo molto numeroso hanno un impatto decisamente notevole sul territorio in cui si trovano, fattore che li porta a muoversi spesso per cercare muove zone ricche di cibo.
La riproduzione dell’elefante avviene molto lentamente, la durata della gravidanza varia dai 18 ai 22 mesi e la femmina partorisce in media un solo piccolo ogni due anni e mezzo. Raramente avvengono parti gemellari.
L’ elefante neonato misura alla nascita già 90 cm di altezza e quasi un quintale di peso. La sua crescita avviene molto lentamente e diventa adulto solo intorno ai 16 anni per le femmine e venticinque per i maschi. Vivono in media ottanta anni ma possono arrivare addirittura a cento.
Si nutre di una grande varietà di piante come radici e tuberi. Inoltre gradisce: erbe, foglie, radici, bacche, frutti, tuberi, piante, rami teneri e persino legno che è in grado di macinare grazie alla sua potente mascella.
Nella stagione secca gli piace particolarmente il legno morbido e succoso dei baobab (alberi) che taglia profondamente con le sue forze per estrarre le fibre ed alimentarsi con esse. Le esigenze alimentari dell’elefante sono molto importanti soprattutto per quanto riguarda la quantità.
Ci vogliono circa 150 a 180 kg di cibo nella stagione secca e da 200 a 220 kg nella stagione delle piogge. In generale, l’elefante adulto beve da 70 a 100 L di acqua al giorno.
I movimenti di una truppa di elefanti sono volti allo scopo di andare alla ricerca di acqua e cibo. Infatti questo mammifero, spende circa da 16 a 20 ore al giorno del suo tempo in cerca di fonti di sostentamento.
Raffaella Lauretta
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