È conosciuto come pesce coniglio e noto in Italia come sigano. È velenoso e può causare intossicazione, impariamo a riconoscerlo.
Hai mai sentito parlare di un pesce capace di trasformare un semplice pasto, in un’esperienza tutt’altro che piacevole?
Si tratta di una creatura marina con un nome curioso, ma ciò che la rende davvero interessante è il suo segreto velenoso.
Sebbene sembri innocuo, questo pesce, può scatenare reazioni imprevedibili nel corpo umano, provocando effetti sorprendentemente pericolosi su chi ha la sfortuna di entrarci in contatto.
Il Siganus Luridus, comunemente conosciuto come pesce coniglio o sigano, è un pesce da corpo ovale e compresso lateralmente.
Generalmente, cresce fino a circa 20 cm, con una taglia massima riconosciuta di circa 30 cm.
La sua colorazione varia, ma tende ad essere bruna o verdastra, con sfumature gialle sulle pinne. Tuttavia, di notte il suo aspetto cambia, assumendo una livrea marmorizzata.
Le sue scaglie sono piccole e poco visibili. La pinna dorsale ha una sezione anteriore lunga, con spine acute, mentre la parte posteriore è più corta ed è composta da raggi molli.
La pinna anale, presenta da 8 a 10 spine, seguite da raggi molli. La coda, ha una forma tronca o leggermente arrotondata.
Infine, la bocca è piccola, con labbra evidenti e il muso arrotondato, rivolto verso il basso.
Il pesce coniglio, vive in habitat costieri poco profondi fino a 20 metri, su fondali duri con sedimenti e vegetazione.
Originario dell’Oceano Indiano occidentale, incluso il Mar Rosso e il Golfo Persico, si è diffuso nel Mediterraneo Orientale, attraverso la migrazione lassepsiana favorita dal canale di Suez.
Oggi è comune lungo le coste di Creta, dalla Cirenaica all’isola di Rodi, è stato avvistato anche in Francia meridionale, Albania, Croazia e nel canale di Sicilia, in zone ricche di alghe.
Il pesce coniglio, principalmente erbivoro, si nutre di alghe e grazie a denti incisivi sviluppati riesce ad estrarle anche dalle rocce, inoltre ha un apparato digerente specializzato.
Gli adulti preferiscono alghe brune, come Padina, Sargassum e Dictyotales che crescono su superfici dure, mentre i giovani si alimentano di plancton, una miscela di piccole organismi che forniscono i nutrienti necessari per la crescita, nelle prime fasi di vita.
La riproduzione del pesce coniglio si svolge, principalmente, in primavera ed estate, quando le condizioni ambientali sono ottimali.
La femmina depone le uova nell’acqua che vengono poi fecondate esternamente dal maschio. Le uova e le larve, entrambe pelagiche, galleggiano nell’acqua nutrendosi di plancton.
Dopo la crescita, le larve si trasformano in giovani pesci e si spostano negli habitat tipici degli adulti, come le scogliere coralline e le praterie di Posidonia, dove raggiungono la maturità per riprodursi.
Il pesce coniglio, è un affascinante, ma pericoloso a causa delle sue spine velenose.
Queste spine, situate principalmente sulle pinne dorsali e anali, possono iniettare un veleno che provoca sintomi come, dolore intenso, gonfiore, arrossamento, intorpidimento e in alcuni casi nausea e vomito.
Sebbene la puntura non sia mortale, è molto dolorosa e richiede un intervento medico. Per evitare il rischio di punture, è importante non toccare mai il pesce, anche se è morto, indossare guanti protettivi, laddove necessario toccarlo.
È consigliabile, se viene avvistato in acqua, di mantenere una distanza di sicurezza e fare attenzione alle sue pinne.
Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento sul tema >>>Pesci pericolosi del Mediterraneo: quali sono e come riconoscerli
Se vieni punto pesce coniglio), ecco i passaggi essenziali per gestire la situazione e ridurre il disagio:
Queste azioni, aiutano a prevenire le complicazioni, ma ciò nonostante, consulta il medico, anche se i sintomi sembrano lievi.
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