Un disastro senza precedenti sull’Isola di Chiloé in Cile, dove i volontari di Greenpeace sono sul campo per cercare di salvare decine di animali che stanno morendo ogni giorno.
L’organizzazione ambientalista denuncia che si tratta di uno dei disastri ambientali più gravi della storia del Paese. Nell’ultimo mese, sono stati ritrovati morti sulle spiagge migliaia di animali marini come uccelli, granchi e foche.
Una moria apparsa in concomitanza con il fenomeno della “marea rossa”, una fioritura incontrollata di alghe tossiche che sarebbero state provocate da un vicino allevamento di salmone.
I ricercatori e attivisti di Greenpeace Cile stanno indagando per documentare le cause e hanno chiesto,anche tramite una petizione, un’indagine trasparente da parte della regione.
Secondo quanto emerge, la strage è iniziata dopo che un allevamento nella regione di Los Lagos, a sole 75 miglia dalla città di Ancud, ha gettato fuori dall’area dell’allevamento 9mila tonnellate di salmoni in stato di decomposizione.
Dai primi accertamenti l’elevata presenza di antibiotici e sostanze chimiche sono tra gli agenti alla base degli effetti negativi e del disastro, sottolinea l’organizzazione.
La solidarietà è espressa anche nei confronti della popolazione locale, per lo più pescatori che richiedono dei risarcimenti e dei cittadini, lasciati senza informazioni sui pericoli e senza assistenza del governo.
La comunità locale e Greenpeace Cile sono ancora in attesa di una risposta ufficiale e di un piano a lungo termine per uscire da questa crisi.
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