Se il furetto si smarrisce, potremmo trovarci nella situazione di dover dimostrare che è di nostra proprietà. Ecco cosa c’è da sapere al riguardo.
La preoccupazione principale che dovrebbe affollare la nostra mente nell’ipotesi in cui il nostro animale domestico si smarrisca, è quello di riuscire a ritrovarlo al più presto. Ma potremmo trovarci anche di fronte alla situazione, una volta ritrovatolo, di dover dimostrare che il furetto è di nostra proprietà. Ecco dunque qualche consiglio utile da mettere in pratica.
Prevenire è meglio che curare
Lo smarrimento di un animale d’affezione è un’esperienza terribile, che provoca angoscia e sofferenze. Ed è più che comprensibile allontanare dalla mente il pensiero che possa accadere proprio a noi.
Tuttavia prevenire è meglio che curare: è bene dunque adottare una serie di accorgimenti utili per evitare che accada, o che comunque aumentino le probabilità di ritrovare l’animale smarrito.
È questa, d’altronde, la difficoltà principale: ritrovare il nostro amico a quattro zampe. Eppure potrebbero sorgere delle spiacevoli complicanze anche nell’ipotesi in cui riuscissimo nell’intento: ad esempio, laddove un terzo nel frattempo abbia preso con sé l’animale, dichiarando di esserne il proprietario.
In tal caso non ci resterebbe che riuscire a dimostrare che il furetto è di nostra proprietà. Ma come?
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Come dimostrare la proprietà del furetto
Il modo più semplice per dimostrare che il furetto ci appartiene è proprio quello di esibire il titolo che ne comprovi la proprietà. L’esempio classico è quello della fattura di acquisto. È un concetto svilente, perché in fondo declassa il nostro amico a quattro zampe a mero oggetto del nostro patrimonio.
Tuttavia non si può ignorare che, da un punto di vista civilistico, gli animali sono delle res appartenenti al novero dei nostri beni, e come tali alienabili.
Il documento fiscale comproverebbe il nostro acquisto, salvo non sia seguito da altro documento che attesti che successivamente lo abbiamo ceduto; problema che non si pone nell’ipotesi in cui abbiamo perso il possesso del furetto perché smarritosi.
Altro importante elemento di prova è l’iscrizione dell’animale nel registro dell’anagrafe degli animali d’affezione. Come noto, infatti, il furetto è l’unico animale che insieme al cane e al gatto possa essere registrato nella suddetta banca dati. L’iscrizione non è obbligatoria, anche se fortemente consigliata.
Primo, perché l’inoculazione del microchip al furetto aumenta sensibilmente le probabilità di identificare l’animale smarrito, una volta rinvenuto; secondo, perché la registrazione del furetto a proprio nome costituisce un importante mezzo per provare la proprietà dell’animale.
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Un altro documento probatorio potrebbe essere il pedigree del furetto: ipotesi, a nostro avviso, residuale, e per una ragione molto semplice. Il pedigree, infatti, è un documento attestante l’appartenenza dell’animale ad una data razza.
Esso viene rilasciato dall’allevatore che vende il furetto. Pertanto, in tale ipotesi, il principale documento probatorio sarà pur sempre costituito dalla fattura di acquisto; il pedigree, in subordine, laddove il primo venga smarrito.
Attenzione anche alla denuncia di smarrimento del furetto: chi smarrisce un animale, infatti, ha l’obbligo di darne avviso alle Autorità, entro il termine stabilito dalla legge regionale in cui si risiede.
L’adempimento, che potrebbe costituire un ulteriore elemento utile a dimostrare la proprietà del furetto, è comunque un atto dovuto; si rammenta, infatti, che il reato di abbandono di animali ricorre anche nell’ipotesi in cui il proprietario di un animale smarrito non si sia attivato nella ricerca del medesimo.