Si configura reato di maltrattamento di animali per chi detiene delfini in vasche di dimensioni non conformi al minimo stabilito dalla legge.
Non v’è dubbio alcuni che negli ultimi decenni la legge abbia fatto dei passi da gigante nella tutela dell’integrità psicofisica degli animali. Tutti gli animali, non solo i classici cane e gatto, anche se spesso si tende a dimenticarlo. Il Decreto del Ministero dell’Ambiente n. 469 del 2001 detta le disposizioni in materia di mantenimento in cattività dei delfini, tra cui le dimensioni minime delle vasche. Ecco cosa stabilisce sul punto.
Il reato di “maltrattamento di animali”, disciplinato dall’art. 544 ter cp, è stato introdotto dalla Legge n. 189 del 2004.
Esso punisce chiunque, con crudeltà o senza necessità, cagioni una lesione ad un animale, ovvero lo sottoponga a sevizie, comportamenti, fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche.
La pena prevista per il colpevole è la reclusione da tre a diciotto mesi, o la multa da 5.000 a 30.000 euro. In egual modo viene punito chi somministri agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottoponga a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi.
È la giurisprudenza tuttavia, in particolare quella di legittimità, a dar maggior chiarezza all’applicazione della norma alle fattispecie concrete che possono delinearsi nella vita di tutti i giorni; che non riguardano solo cane e gatto, nonché gli esemplari delle altre specie animali che abbiamo scelto come animali da compagnia.
Con sentenza n. 39159 del 2014, la Cassazione ha statuito che integra reato di maltrattamento di animali il mantenimento in cattività di delfini in vasche con dimensioni e caratteristiche tecniche non conforme a quanto stabilito dal D.M. n. 469 del 2001.
La condotta, pertanto, integra un comportamento incompatibile con il benessere dell’animale e con le sue caratteristiche etologiche.
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Nella succitata sentenza, è richiamato il Decreto del Ministero dell’Ambiente n. 469 del 6 dicembre 2001, che detta le disposizioni in materia di mantenimento in cattività di esemplari di delfini appartenenti alla specie Tursiops Truncatus.
Ampio spazio è dedicato alle caratteristiche e alle dimensioni delle vasche in cui i delfini sono ospitati, e la cui mancata attuazione dà luogo al reato di maltrattamento.
Le vasche devono essere costruite con materiali dotati di finiture durevoli, impermeabili, non tossiche, non porose, che facilitino pulizia e disinfezione dell’ambiente; inoltre devono essere progettate in modo da ridurre al minimo la trasmissione in
vasca di suoni provenienti dall’esterno e di suoni da riverbero prodotti all’interno della vasca dagli stessi delfini.
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La superficie minima della vasca non può essere inferiore a 400
mq per gruppi fino a 5 esemplari; per ogni delfino in più sono richiesti ulteriori 100 mq. La profondità minima della vasca, per almeno la metà della superficie, deve essere di 4,5 metri; in ogni caso non può essere inferiore a 3,5 metri.
Possono essere utilizzate vasche di dimensioni inferiori esclusivamente per per il trattamento medico-veterinario degli esemplari; esse tuttavia devono essere isolate da tutte le altre, al fine di prevenire la trasmissione di agenti patogeni.
Antonio Scaramozza
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