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Categoria Non solo Cani e Gatti

Cucciolo di cinghiale orfano adottato da una mandria di mucche

Quest’estate è rimbalzata sulle pagine dei quotidiani online di tutti il mondo, la fotografia di due mucche che, al pascolo, si erano accorte della presenza di un cucciolo di foca. Le mucche si erano strette attorno a quella piccola creatura per proteggerla (clicca qui).

Ci sono innumerevoli casi di empatia tra diverse specie di animali, fatti a volte inverosimili in cui si può ammirare una madre che adotta cuccioli diversi dalla sua specie come le scimmie con i gatti o cani che allattano tigrotti.

Un universo meraviglioso che continua a sorprenderci e ad insegnare all’uomo il significato di alcune parole che sono ormai inflazionate nel linguaggio di tutti i giorni e delle quali non si conosce più la reale applicazione come “amore”, “affetto”, “compassione”, “maternità”, “dolcezza” o “solidarietà”.

La NBC News ha raccontato la storia di un cucciolo di cinghiale rimasto orfano nelle campagne di Goettingen, in Sassonia, dove dopo aver vagato da solo ha trovato una nuova famiglia che lo ha adottato: una mandria di mucche.

Il figlio minorenne del proprietario dell’azienda che conta una trentina di capi,  Jakob Kraft, ha raccontato al quotidiano di aver “notato il piccolo circa due settimane fa. Abbiamo pensato che fosse divertente vedere un cinghiale in mezzo alle nostre mucche”.

La famiglia ha poi tenuto d’occhio il cucciolo, assistendo ad una straordinaria quanto rara prova di tenerezza: “Abbiamo visto che le mucche spingevano delicatamente con il muso il piccoletto, un segno di accettazione. Lo abbiamo tenuto d’occhio e nessun altro cinghiale si è visto nei paraggi per tutte e due le settimane”, ha raccontato il sedicenne, spiegano che a quel punto la famiglia ha deciso di dare un nome al cinghiale: Johann.

“Quando a fine mese porteremo di nuovo la mandria nella stalla, vedremo se rimarrà lì o se tornerà nel bosco da cui è venuto. O magari deciderà di tenere loro compagnia per l’inverno”, ha concluso il giovane, mostrando quanto la famiglia rispetti l’universo di questi animali, tanto da  ammettere che fino  adesso non si  è mai avvicinata al cucciolo a più di un metro, forse per evitare l’imprinting con il cucciolo, lasciandogli l’opportunità di poter tornare in libertà qualora lo decidesse.

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