La tartaruga è tra gli animali che, ad un certo punto, va in letargo. I suoi cuccioli possono andarci o potrebbe essere rischioso?
Almeno una volta l’anno, a seconda dell’ambiente in cui vivono, le tartarughe hanno la necessità di andare in letargo. Ci sono molti pareri discordi sul fatto di mandare in letargo i cuccioli di tartaruga. A volte potrebbe essere rischioso e bisogna sapere quando.
Alcuni animali, in determinati periodi dell’anno, ad un certo punto vanno in letargo: iniziano a prepararsi già da giorni cambiando le loro abitudini.
Il letargo, quindi, non è altro che una necessità per l’animale, non una scelta ma un qualcosa innato nella natura di alcuni di loro: non solo le tartarughe ma anche rettili, insetti, roditori ed alcuni mammiferi.
Possiamo dire che, sia quando le temperature dovessero scendere sotto i 13-14 gradi centigradi sia quando dovessero salire sopra i 34-35 gradi centigradi, la tartaruga sente il bisogno fisiologico di prepararsi al letargo.
In sostanza è un periodo che gli permette di affrontare la stagione rigida invernale oppure quella eccessivamente calda estiva.
Fisiologicamente i meccanismi vitali dell’animale cambiano: le funzioni cellulari si riducono all’essenziale, non ha bisogno né di mangiare né di bere e cade in una condizione simile ad un sonno profondo.
Istintivamente, la tartaruga avverte il momento giusto ed inizia a prepararsi: quella di terra la vedremmo scavare nel terrario per cercarsi l’angolo alla giusta temperatura.
È fondamentale che la temperatura non arrivi a quella di congelamento perché potrebbe non sopravvivere: qualora il letargo lo facesse in casa bisogna creare tutte le condizioni idonee.
Bisogna controllare anche che la temperatura non si alzi: provocherebbe un risveglio troppo prematuro, con conseguenze pericolose per la tartaruga.
Questo periodo di stallo per il suo organismo serve al carapace per crescere e svilupparsi: in natura sarebbe indispensabile alla sopravvivenza.
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Questo è un argomento su cui c’è sempre stata una diatriba, ma gli esperti consigliano di valutare caso per caso.
Partendo dal presupposto che il letargo per i cuccioli di tartaruga garantirebbe loro di non rischiare problemi di crescita successiva, bisogna valutare se ne esistano le condizioni idonee.
Il cucciolo per affrontare questo periodo latente dovrà avere un organismo ben preparato, con scorte di grasso sufficienti ed un sistema immunitario ben fortificato.
Perché i cuccioli non rischino di non superare il letargo, è opportuno che sia il veterinario a visitarli ed a decidere se siano fisicamente pronti.
Per un cucciolo appena nato è rischioso che vada in letargo: i suoi meccanismi cellulari ancora non sarebbero idonei a sopportare un lungo periodo senza cibarsi.
Allo stesso modo, qualora il veterinario riscontrasse una qualsiasi malattia nell’animale, ci consiglierebbe di fare in modo che il letargo per il cucciolo venga evitato.
Per evitare che la piccola tartaruga vada in letargo basta creare un ambiente in cui la temperatura si mantenga intorno ai 20 gradi centigradi: in questo modo il metabolismo resta attivo ed il piccolo può cibarsi in attesa di fortificarsi.
È decisamente una condizione indiscutibile il fatto che per andare in letargo la tartaruga sia in perfetta salute: uno dei parametri che considera il medico è quello di superare un certo peso corporeo, a partire almeno dai 10 grammi.
Questo perché una tartaruga malata che affronta un letargo potrebbe andare incontro a dei rischi pericolosi quanto una tartaruga a cui viene impedito di andarci.
In generale, l’organismo di una tartaruga è strutturato in maniera tale che da questo periodo di pausa tragga tanti benefici ed elimini rischi quali:
Per quanto riguarda i piccoli di tartaruga vale lo stesso discorso: è indispensabile per il loro sviluppo andare in letargo, fermo restando che non abbiano nessun problema di salute.
Solo per cuccioli davvero piccoli potrebbe essere consigliato lasciare cha vadano in letargo ma anticipare il risveglio: questo permetterebbe loro di usufruire di tutti i benefici ma allo stesso tempo di evitare il rischio di non superare tutto il periodo di pausa per il corpo.
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Il letargo è insito nell’indole della tartaruga: già da piccola è in grado di riconoscere il periodo esatto in cui prepararsi al lungo riposo.
Qualora i piccoli si trovassero a vivere liberi in natura sarebbe la legge del più forte a dettare le regole della sopravvivenza.
Se, invece, siamo noi a dover garantire il rispetto del suo ritmo fisiologico, è opportuno che all’avvicinarsi del letargo poniamo attenzione all’alimentazione delle piccole tartarughe.
Bisogna che durante la fase di preparazione mangino sempre di meno, per arrivare al letargo con l’intestino completamente svuotato: le scorie potrebbero decomporsi e causare morte dell’animale.
È opportuno diminuire gradualmente la temperatura nel terrario della tartaruga ed allo stesso tempo il periodo d’illuminazione.
L’ambiente non dovrà mai avere una temperatura vicina a quella di congelamento né superiore ai 10 gradi centigradi: si potrebbe rischiare da un lato morte diretta dei cuccioli e dall’altro una riattivazione del metabolismo senza risveglio.
In questo caso le piccole tartarughe consumerebbero energia come se non fossero in letargo ma, non essendosi svegliate, non si alimenterebbero ed il loro organismo poco irrobustito non reggerebbe.
Se in casa avessimo altri animali è opportuno vigilare durante il letargo: la convivenza con altri animali per i cuccioli di tartaruga in letargo potrebbe essere pericolosa.
Si raccomanda, inoltre, che l’ambiente in cui le tartarughine stanno facendo il letargo resti al buio e lontano da fonti di calore.
Allo stesso modo in cui abbiam favorito la preparazione del letargo, vanno favorite le condizioni per il risveglio: dovrà essere il più graduale possibile.
I piccoli di tartaruga dovranno pian piano riabituarsi alle alte temperature e, contemporaneamente, riprendere ad alimentarsi.
Ad ogni modo, è sempre meglio chiedere al veterinario qualora avessimo il minimo dubbio: i cuccioli di tartaruga hanno bisogno di tanta cura per poter crescere al meglio.
S. A.
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