Criptosporidiosi nei rettili, una malattia che interessa il tratto gastroenterico dei rettili. Vediamo le cause, i sintomi e il trattamento.
Attualmente nelle famiglie di tutto il mondo, gli animali domestici presenti sono molto diversi da quelli che potevano essere negli anni passati.
Al di là di cani, gatti e uccellini, si sono fatti avanti come pet, diverse specie di rettili.
Animali di cui occorre avere molta cura e attenzione, per tale motivo è importante conoscere le malattie dalle quali potrebbero essere colpiti.
In questo articolo approfondiremo la criptosporidiosi nei rettili, quali le cause, i sintomi e l’eventuale cura.
La criptosporidiosi è una malattia dei protozoi causata da piccoli coccidi, ad esempio il Cryptosporidium spp, che colonizzano le cellule epiteliali umane e animali.
Il Criptosporidium (parassita protozoo unicellulare) è caratterizzato da un ciclo di vita diretto (che completa quindi il suo ciclo vitale all’interno dello stesso animale ospite).
Ad oggi, sono noti due tipi di Criptosporidium, il Criptosporidium Serpentes che provoca la malattia negli ofidi (serpenti), mentre il Criptosporidium Saurophilum causa la malattia nei sauri ed in particolare nei Gechi.
Entrambi causano la Criptosporidiosi che è una malattia che interessa il tratto gastro enterico dei rettili. La trasmissione avviene in modo oro-fecale tramite l’ingestione delle oocisti.
La criptosporidiosi nei rettili può essere asintomatica fin quando il parassita rimane in uno stato di inattività.
Lo stesso si verifica fino a che una condizione particolare di stress o uno stato di immunosoppressione del rettile provoca l’attivazione e la moltiplicazione del parassita.
Quando, invece, la patologia si presenta con la manifestazione di sintomi, la maggior parte sono poco significativi e poco specifici, tanto da essere simili a quelli delle infezioni di parassiti più comuni o infezioni batteriche e virali.
Nello specifico parliamo dei seguenti sintomi:
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Per poter stabilire una diagnosi il veterinario dovrà procedere con l’utilizzo di test specifici effettuati su campioni fecali o tamponi cloacali, su materiale rigurgitato o su biopsie gastriche che rilevano le oocisti direttamente nella mucosa.
Tutto ciò, si rende necessario ai fini del trattamento in quanto sulle sole feci dei rettili non è possibile effettuare la diagnosi.
Per il trattamento la scienza ha preso in considerazione diverse terapie ma nessuna si è dimostrata totalmente efficace.
Per tale motivo, è opportuno procedere con le cure di supporto per la sopravvivenza del nostro rettile domestico. Ecco perché il veterinario prescriverà di:
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Raffaella Lauretta
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