Il coniglio domestico e quello selvatico sono apparentemente identici. Ci sono però delle piccole differenze che possono aiutare a riconoscerli
La passione per i coniglietti si ha fin da bambini. Sarà forse l’idea di un animaletto piccolo e tenero o forse per le diverse volte che si parla di loro nelle favole, ma il coniglio rimane uno degli animali preferiti. C’è però una cosa che spesso sfugge: la differenza tra il coniglio domestico e quello selvatico. Apparentemente uguali, queste due tipologie hanno delle piccole caratteristiche che permettono di fare la differenza. Quali sono le peculiarità del coniglio selvatico e quali di quello domestico.
Il coniglio selvatico
Prima di procedere a capire quali siano le differenze tra i due animali, è importante fare una piccola premessa. La storia del coniglio ha origini antichissime ma a partire dal medioevo, gli uomini hanno compreso che oltre che essere un animale da essere cacciato per la carne, poteva rivelarsi un ottimo animale da compagnia.
Con il passare degli anni e con il metodo differente di allevamento, l’uomo ha imparato a distinguerli. Prima di tutto il coniglio selvatico non vive nelle case o nelle gabbie, ma gira libero in mezzo alla natura e le sue aspettative di vita sono di gran lunga inferiori rispetto al coniglio domestico: 7 anni circa quello selvatico rispetto ai 15 di quello che vive in casa.
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Questa differenza notevole è data dal fatto che i conigli selvatici subiscono nell’arco della loro vita diversi stress, causati dallo spirito di sopravvivenza che devono avere costantemente. Come del resto vuole la legge della natura. Anche l’alimentazione gioca un ruolo importante. Mentre i conigli domestici ricevono una selezione di cibi vari, quelli selvatici mangiano principalmente piante erbacee, lenticchie e piselli. Inoltre, il coniglio selvatico presenta molti meno grassi.
Il coniglio domestico
Del coniglio domestico esistono diverse razze, ma alcune di queste sono in via di estinzione a causa dell’uomo che ha cercato di incrociare più di una razza. Tra gli esemplari più conosciuti ci sono: il coniglio Nano, Belier e d’Angora.
Il primo, il coniglietto Nano, è il preferito dai bambini poiché scambiato spesso e volentieri per un peluche anziché per un animale. Questo tipo di coniglio smette di crescere dopo i due mesi di vita, ma è necessario fare particolare attenzione al momento dell’acquisto. Capita frequentemente infatti di acquistare un coniglietto Nano e poi vederlo crescere notevolmente. Per evitare questa situazione, è bene chiedere il certificato ufficiale al rivenditore.
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I Belier si riconoscono perché hanno le orecchie molto lunghe che cadono ai lati, ma questa caratteristica può provocare diverse ferite all’animale. Uno dei suoi maggiori pregi è il fatto che sia particolarmente silenzioso, ideale quindi per tenere in casa.
Il coniglio d’Angora, infine, ha la forma delle orecchie appuntita e la sua particolarità è il folto e lungo pelo. Anche in questo caso è necessario porre attenzione al suo manto poiché si possono formare spesso dei fastidiosi nodi.
Isabella Bellitto