Nuova terrificante indagine, dopo quella dell’Associazione Peta, sulle condizioni di allevamento dei conigli di angora.
L’associazione animalista la One Voice, con sede a Strasburgo che, dal 1995, si batte per la tutela e il diritto degli animali, ha denunciato nuovi casi di violenza sui conigli negli allevamenti francesi, per cui ancora oggi, vengono perpetrate delle pratiche barbare all’insegna della moda.
L’associazione ha realizzato un video di un’inchiesta condotta per sei mesi in ben sei allevamenti.
“Non vogliamo puntare il dito contro un allevamento piuttosto che un altro, vogliamo denunciare un sistema e chiedere il divieto di allevamento dei conigli di angora e del suo commercio”, ha dichiarato Muriel Arnal, presidente di One voice.
Nel video si vede le condizioni di maltrattamento dei conigli dai quali gli operatori rimuovano il pelo. Molti esemplari emettono guaiti di dolore. Una pratica che viene ripetuta più volt nell’arco dell’anno e della vita di queste povere bestiole, mantenute in vita solo per strappargli il pelo.
Un sistema di violazione del benessere degli animali che permane grazie all’assenza dei controlli. L’associazione animalista propone una riconversione di questi allevamenti e che la popolazione sia informati di quanto accade. La Cina si pone al primo posto e produce il 90% dell’angora mondiale. La Arnal ha voluto evidenziare che: “Rispetto alla Cina, l’unica differenza è che i conigli in Francia hanno la paglia nelle loro gabbie, ma è solo per preservare il loro pelo, renderlo morbido e pulito”.
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