Sei appassionato ma non hai idea di come allevare tartarughe d’acqua? Una serie di utili consigli per prenderti cura di questi dolci rettili.
Chi ha detto che in casa si debbano avere in casa solo cani e gatti? A quanto pare esistono animali di cui prendersi cura che sembrano (apparentemente) più facili da gestire e tra questi vi sono sicuramente queste. Ma come allevare le tartarughe d’acqua dolce, che stanno spopolando tra gli animali domestici più scelti nelle nostre case? E’ vero che sono più gestibili oppure nascondono in realtà cure e accortezze a cui prestare attenzione? Cosa dobbiamo sapere sull’argomento prima di averne una in casa e una guida pratica su come allevare le piccole tartarughe per farle vivere con noi il più a lungo possibile.
Apparentemente sembrano più facili da allevare, ma in realtà anche loro hanno un preciso ritmo biologico da rispettare e sono facilmente soggette a infezioni e morte. Si tratta infatti di rettili molto delicati e, esattamente come le tartarughe di terra, hanno necessità di vivere in un habitat adeguato alle loro esigenze per poter sopravvivere e che sia somministrata loro un’alimentazione corretta ed equilibrata.
Prima di adottare uno di questi simpatici rettili acquatici e ‘lentissimi’ è necessario prendere le dovute informazioni sulle loro caratteristiche per evitare che vadano incontro a morte certa. Ne esistono diverse specie in commercio, sebbene in Italia alcune siano più diffuse di altre, la cui importazione è assolutamente legale: se si entra in possesso di qualche razza particolare infatti è necessario avvertire le autorità di competenza del luogo. Tra loro non si differenziano solo per l’aspetto esteriore ma anche per lo stile di vita ed esigenze differenti: vediamo quali sono quelle che possiamo reperire più facilmente.
Quelle che vediamo nei negozi di animali appartengono tutte alla stessa specie? Assolutamente no! Vi sono delle tartarughe particolarmente diffuse in Italia come la Trachemys scripta scripta, o detta anche ‘tartaruga palustre dalle orecchie gialle’, da non confondere con la Trachemys scripta elegans ovvero l’esemplare palustre dalle orecchie rosse. La prima proviene dagli USA e le sue dimensioni variano a seconda del sesso: i maschi partono dai 15 ai 22 cm mentre le femmine dai 23 ai 28 cm di lunghezza; la seconda condivide con la prima le origini americane ma ha due striature rosse ai lati della testa.
Altra specie diffusa è la Graptemys pseudogeographica kohni, che prende il nome da colui che si è occupato dell’allevamento di questa specie, Joseph Gustave Kohn, e viene dal Mississippi. Si tratta di un esemplare meno diffuso delle precedenti ma non introvabile. Come si distinguono dunque le specie di tartarughe sopra citate? Dalle macchie presenti ai lati del muso (rosse o gialle) e dagli occhi grandi della Graptemys kohni e dalle zone geografiche di provenienza.
L’aspetto principale da curare per allevare le tartarughe è di sicuro ricreare l’ambiente perfetto in cui possano vivere. Sebbene vengano vendute in vaschette di plastica, questi piccoli recipienti non sono assolutamente adatti alla loro conservazione per due motivi principali: il primo è che sono effettivamente molto piccole e le tartarughe ben presto cresceranno ed evaderanno facilmente da quello spazio minuscolo e soffocante per le loro dimensioni; il secondo lato negativo riguarda l’igiene delle stesse.
Un ambiente piccolo è soggetto a sporcarsi più facilmente e più velocemente e questo habitat malsano, con acqua putrida e batterica, può condurre allo sviluppo di infezioni che esporranno le tartarughe a grossi rischi, talvolta anche letali. Bisognerà dunque procurarsi una ‘tartarughiera’ di dimensioni adeguate, possibilmente in vetro e di buona qualità per evitare che possa rompersi facilmente ad ogni minimo movimento.
Vediamo ora nello specifico cosa dovremmo procurarci se vogliamo allevare in casa tartarughe di acqua dolce o per non farci trovare impreparati qualora ce ne venissero fatte in regalo. Non dimentichiamo che spesso i bambini le richiedono ai genitori e questi ultimi spesso li accontentano: per questo è importante sapere quali altri strumenti sono utili per averle in casa.
E’ bene sapere che il primo anno di vita è quello più ‘a rischio’ per la salute delle nostre tartarughe. Si tratta infatti di creature molto delicate e con un sistema biologico non del tutto stabilizzato; il rischio più grande è quello di contrarre infezioni, quindi è molto importante che l’ambiente sia pulito per evitare il formarsi di muffe e funghi che potrebbero avvelenarle.
Nella manutenzione quotidiana è fondamentale rimuovere sempre i residui di cibo, che potrebbero depositarsi all’interno della vasca, e fare in modo che l’acqua sia sempre fresca e pulita. Ovviamente vi sono strumenti come la pompa per il filtraggio dell’acqua atti proprio allo scopo. Inoltre in commercio sono in vendita anche acquari con sistema di filtraggio già installato che, sebbene più costosi degli altri, ci risparmieranno la fatica di pulire la vasca volta per volta e lo faranno sicuramente meglio.
Crediamo che l’acqua del rubinetto sia la più adatta per riempire la vasca? Assolutamente no: l’acqua che normalmente noi utilizziamo per cucinare e lavare le verdure in realtà contiene per legge una quantità di cloro che uccide i batteri ma sarebbe altrettanto letale per le nostre tartarughine.
Se proprio non vi è un’alternativa bisognerà farla riposare nella vasca per almeno 24 ore e scoperta per fare in modo che il cloro evapori completamente. L’ideale sarebbe approfittare delle giornate di pioggia e riempire la vasca con dell’acqua piovana, oppure in alternativa versare all’interno della vasca l’acqua minerale delle bottiglie. Per quanto riguarda la temperatura della stessa è consigliabile tenerla sempre sui 18 gradi costanti, condizione possibile grazie a un riscaldatore per acquario. Immersi nell’acqua potremmo inserire anche dei sassi, che fungeranno da ‘trampolini’ su cui salire per godere di aria fresca e di sole nelle belle giornate.
Come la pulizia, l’illuminazione è altrettanto importante: il terracquario delle nostre tartarughe di acqua dolce infatti deve essere dotato di una lampada a raggi UVA e UVB (anche queste facilmente reperibili in negozi di articoli per animali). Questa illuminazione costante consentirà ai piccoli rettili di mantenere una temperatura del corpo adeguata alla loro sopravvivenza. Sia i raggi UVA sia quelli UVB hanno una specifica funzione: i primi infatti sono in grado di stimolare la riproduzione delle tartarughe, mentre il secondo tipo è indispensabile per sintetizzare la vitamina D3, fondamentale per l’assunzione del calcio.
Soprattutto quando sono ancora molto giovani e piccole, le tartarughe hanno bisogno di cibo ogni giorno; solo quando saranno più grandi si potrà dare loro il cibo 2 o 3 volte alla settimana. Il cibo più scelto e consigliato è costituito dai gamberetti, sebbene non possano essere l’unico pasto ad essere loro somministrato. Infatti si tratta sempre di animali onnivori e come tali le tartarughe dovranno mangiare anche l’erba, verdure fresche, ortaggi e pesce.
Sono assolutamente vietati i cibi destinati ad altri animali domestici, ma anche la frutta e carboidrati come pasta e pane. Se notiamo nelle tartarughe inappetenza è probabile che vi sia qualche problema di salute ed è dunque necessario parlarne col nostro veterinario di fiducia.
Potrebbe interessarti anche: Scopri come avere tartarughe di terra come animali domestici
Quando la temperatura scende al di sotto dei 10˚ di solito la tartaruga d’acqua va in letargo. Nel periodo invernale è assolutamente sconsigliato tenere il terracquario all’esterno, magari esposto su balconi o in spazi all’aperto: il gelo renderebbe l’acqua gelida, inospitale anzi assolutamente inabitabile; allo stesso modo è sconsigliato esporre la vasca al sole diretto in estate.
Ma allora è necessario ‘imporre’ il letargo alle tartarughe? No, perché in realtà queste creature hanno le loro esigenze biologiche e, se non andassero in letargo, potrebbero ammalarsi fino a morire. Se non possiamo imporre loro questo periodo forzato di riposo, però potremmo in qualche modo ‘agevolarlo’: si parla infatti di letargo ad anni alterni, per dare loro modo e tempo per recuperare le forze necessarie che serviranno per affrontare il resto dei mesi. Ma come si fa? Il nostro compito sarà quello di abbassare gradualmente la temperatura dell’acqua nel periodo invernale. Quando la tartaruga inizierà a muoversi più lentamente, ciò vorrà dire che sta andando incontro al letargo, per poi risvegliarsi in primavera.
Potrebbe interessarti anche: Scopri l’animale più vecchio del mondo, Jonathan, la tartaruga delle Seychelles
Attenzione a come ‘arrediamo’ l’interno del terracquario: quelle piante in plastica, belle da vedere magari, potrebbero rivelarsi armi taglienti, che possono ferire la nostra tartaruga ad ogni suo passaggio. Altrettanto importante è la dimensione dell’ambiente, che dovrà essere abbastanza grande, soprattutto se vogliamo ospitare due o più esemplari.
Trattandosi di rettili molto aggressivi, facciamo attenzione alle possibili convivenze: soprattutto i maschi potrebbero innescare lotte tra loro e provocarsi la morte a vicenda. Un altro consiglio riguarda la tipologia di vasca e in particolare i bordi della stessa: scegliamone una con pareti alte, in modo che il rettile non la scavalchi facilmente ed esca dal suo habitat naturale. Infine non è consigliato porre la vasca in prossimità di balconi e finestre: le tartarughe non godono di ottima vista e, se riuscissero a scavalcare i bordi approfittando della nostra distrazione o della nostra assenza, potrebbero tuffarsi nel vuoto, ma purtroppo non avrebbero un comodo specchio d’acqua ad accoglierle.
Per restare sempre aggiornato su news, storie, consigli e tanto altro sul mondo degli animali continua a seguirci sui nostri profili Facebook e Instagram. Se invece vuoi dare un’occhiata ai nostri video, puoi visitare il nostro canale YouTube.
Di quali razze sono i cani del classico Disney Lilli e il vagabondo? Ci sono…
Una volta conosciuto non lo dimenticherete mai: tutto sul Chinese Crested Dog, dalle caratteristiche fisiche…
Quali sono le curiosità, le caratteristiche e le razze di cani di taglia media: ecco…