Come allevare un pitone reale in casa puntando al benessere e alla sicurezza dell’animale e di noi stessi. Vediamo tutto l’occorrente idoneo.
In Italia è consentito allevare specie come boa o pitoni appartenenti alla famiglia dei boidi, non velenosi, ma comunque pericolosi perché costrittori.
È proibito invece, allevare e tenere in casa serpenti velenosi. Per quanto riguarda il pitone reale, parliamo di un serpente non velenoso, perciò consentito.
Tuttavia, bisogna essere consapevoli del fatto che non abbiamo a che fare con un comune animale domestico.
Vediamo quindi come allevare un pitone reale in casa, senza imbattersi in problemi per l’animale e per noi stessi.
Prima di decidere di tenere un serpente in casa, bisogna informarsi bene e capire a cosa si va incontro, non essendo animali comuni.
Sono in tanti ad essere affascinati da questi animali fino a comprarne uno e più da tenere in casa, ma spesso arrivano al punto di non sapere più come gestirli.
Qualcuno responsabilmente li consegna a centri specializzati, altri purtroppo li abbandonano per strada, nelle campagne o nei boschi mettendo a rischio passanti e gli animali stessi.
Ecco perché se davvero siete interessarti ad adottare un serpente di questa specie, è bene sapere come allevare un pitone reale, partendo dalla conoscenza dell’animale stesso, passando per l’alloggio fino ad arrivare alle probabili malattie che possono colpirlo.
Il pitone reale è originario dall’Africa centro occidentale, dove svolge una vita semi arboricola.
Il pitone reale misura circa 130-150 cm, il che lo rende un serpente rispetto ad altri adatto alla cattività anche per i principianti.
Come infatti, si tratta di uno dei serpenti più venduti nei negozi specializzati, grazie non solo alle dimensioni ma anche ad un costo relativamente conveniente.
Per non parlare del fascino della sua notevole bellezza e del carattere abbastanza docile per il genere.
Avendo ora un’idea della grandezza di questo serpente è possibile comprendere le dimensioni della teca le quali variano in base al peso del pitone reale, ovvero:
All’interno della teca deve esserci una temperatura che può variare trai 27-29°C e arrivare ai 32 gradi nel punto di basking e mai scendere sotto i 25°C durante la notte.
Per la temperatura si può utilizzate una lampada in ceramica schermata con una rete per evitare il contatto diretto con il serpente ed eventualmente dei tappetini riscaldanti che non devono mai entrare in contatto con il serpente.
Sempre all’interno del terrario o teca deve essere disponibile un’ampia ciotola, dove l’animale può immergersi completamente per mantenere i livelli di umidità intorno al 60%.
Predisporre almeno due nascondigli, uno nella zona calda e uno nella zona fredda, per permettere al pitone di nascondersi.
Per il substrato si può usare o un tappetino di erbetta sintetica o giornali ma mai torba, corteccia o sabbia che possono favorire infezioni cutanee e costipazioni.
Per quanto riguarda le pareti, devono essere lisce, facili da pulire e disinfettare; i materiali più usati sono il vetro, il plexiglas, la plastica e la fibra di vetro.
Per la collocazione all’interno della casa, è bene riservare un’area tranquilla e poco transitata, espressamente dedicata alla teca.
La dieta dei pitoni si basa principalmente su gerbilli, topi spinosi africani e ratti e poiché i serpenti mangiano la preda intera, integrazioni vitaminiche non sono necessarie.
Qualora si volessero usare prede surgelate e non fresche, è necessario utilizzare integratori per rettili contenenti vitamine.
È assolutamente da evitare dare al serpente pezzi di carne di manzo o parti di pollo. I rettili devono infatti mangiare prede intere, per digerire parte del pelo e delle ossa, oltre che le interiora.
Il diametro della preda non dovrebbe mai essere superiore al diametro massimo del vostro pitone, questo vale anche per pitoni adulti.
L’alimentazione dei serpenti avviene secondo diverse tempistiche:
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Le principali malattie dei serpenti domestici riguardano la pelle, i parassiti e altre ancora.
Inoltre, qualsiasi anomalia è motivo di preoccupazione e dovrebbe essere valutata dal veterinario il prima possibile.
Ecco l’elenco delle più comuni:
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