E’ stata uccisa nella tarda serata del 13 agosto dagli agenti della Forestale della Provincia di Trento. Un caso che ha fatto letteralmente infuriare le associazioni animaliste e migliaia di persone in rete. L’abbattimento dell’orsa K2 ordinato dopo l’aggressione dello scorso 22 luglio è stata un’ingiustizia e ha dimostrato chiaramente l’incompetenza delle istituzioni locali a gestire un progetto europeo di reinserimento della specie, Life Ursus.
Troppo facile braccare un animale quando si hanno tutti gli strumenti possibili. Troppo facile abbatterlo perché considerato aggressivo, laddove in realtà era stato dapprima infastidito da una persona. L’orsa K2 aveva solo replicato al pensionato che l’aveva cacciata con un bastone. Se voleva ucciderlo, quel pensionato a quest’ora non sarebbe ancora vivo. Eppure, non c’è stato nessun ripensamento da parte della Provincia né tanto meno da parte del presidente Ugo Rossi che ha mantenuto l’ordinanza, nonostante le dichiarazioni successive della vittima hanno poi smentito la prima ricostruzione dell’aggressione, rivelando molte incongruenze. Sembra quasi che la provincia cercasse un appiglio per abbattere K2, quell’orsa che un anno prima aveva aggredito un ciclista e che aveva poi smarrito il collare Gps, facendo perdere le sue tracce. Forse non è parso vero alle istituzioni locali scoprire dai risultati dei test del DNA che la protagonista della nuova aggressione era proprio lei: la temibile K2.
A dire il vero, fa male, tanto male, vedere le immagini di quello straordinario esemplare ucciso con una fucilata, lo sguardo ormai privo di vita e il sangue colare sul pick up dei forestali. Un essere che fino a qualche istante di secondo prima stava assaporando la vita, regnava nei boschi. Attraverso le ostilità e le stagioni era riuscito a sopravvivere e ad ambientarsi nei boschi dove aveva vissuto per anni in libertà.
Un nuovo caso Daniza, la mamma orsa uccisa nel 2015, solo perché aveva voluto difendere i suoi due cuccioli da un cacciatore di funghi che si era appostato nei boschi di Pinerolo. Un nuovo caso che rimbalza sui media e scatena l’ira non solo degli animalisti, ma anche degli ambientalisti e dei politici. Ancora una volta, l’amministrazione locale ha dimostrato di essere incompetente di fronte alla gestione del territorio e di non essere all’altezza di confrontarsi con un progetto più ampio come “life ursus”. Ovvero, l’amministrazione ha agito d’impeto senza confronto. Anche se lo stesso Ugo Rossi ha voluto ribadire la pericolosità dell’orsa, pensando alla sicurezza delle persone a ridosso di Ferragosto, l’abbattimento di K2 per molti è un “delitto”.
Ecco perché tra le diverse iniziative di protesta, come il boicottaggio del Trentino, dei suoi prodotti e sul piano turistici, vi è anche l’impegno sul piano legale di molte associazioni che intendono fare chiarezza sui fatti.
La stessa Aidaa all’indomani della smentita sulla ricostruzione dei fatti aveva subito presentato degli esposti per tentare di bloccare la sentenza di morte. Il presidente Aidaa Lorenzo Croce dopo l’uccisione di K2 in un video denuncia (che riportiamo) ha evidenziato la necessita di un intervento da parte dell’Europa, esprimendo rabbia e profonda indignazione.
Dopo la drammatica vicenda è stata anche lanciata una petizione per far dimettere Rossi da Presidente della Provincia autonoma.
Nella raccolta firme viene giustamente evidenziato l’inadeguatezza delle politiche locali nello sfruttare un progetto come Life Ursus.
“Chiediamo le dimissioni di Ugo Rossi, attuale Presidente della Provincia autonoma di Trento, per la Sua incapacità di gestire le politiche atte a salvaguardare un territorio naturalmente ricco di biodiversità, per l’insensibilità di fronte a numerosissime richieste di salvare un orso a Lei affidato e che non meritava un destino del genere. Inoltre si registrano casi di “danni” causati da esemplari di orso, oltre che all’uomo, anche a cose e attività lavorative.
Visto che l’attuale amministrazione non è capace di concepire che, tra gli altri abitanti di questo pianeta, anche gli orsi hanno diritto ad uno spazio adeguato e riservato alle loro attività, e di delimitare le aree destinate alle attività dell’uomo, col fine di una reciproca salvaguardia e coesistenza, chiediamo al Presidente della Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol Arno Kompatscher di porre rimedio a questa malagestione delle politiche animali nella Provincia autonoma di Trento!”.
C.D.
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LORENZO CROCE PDT AIDAA
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