Li avremo visti in qualche film di animazione, ma non sapevamo che erano proprio loro: chi è il cercopiteco e cosa sapere sulla versione nana.
Quante volte ci sarà capitato di vedere in Tv un animale e di pensare: chissà a quale specie appartiene! E tra questi è probabile che vi fosse anche il cercopiteco, un primate dall’aspetto buffo e dal comportamento peperino. Scopriremo che questo animale ha anche un particolare codice di comunicazione per richiamare i propri simili, che ricorda molto quello umano. Nella specie del cercopiteco nano invece vi sono altre particolarità e caratteristiche tutte da scoprire. Ecco il primate dalla barba bianca: chi è il cercopiteco.
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Se ci stiamo chiedendo come riconoscere un cercopiteco da un altro primate come la scimmia, sappiamo che il primo ha la testa tonda e si contraddistingue per un fisico longilineo e snello nonché per gli arti molto lunghi. L’altezza di questo primate varia dai 32 ai 70 cm per un peso massimo di 12 kg.
Abbiamo possibilità di incontrarlo nelle savane e nelle foreste dell’Africa sub sahariana: qui trovano il loro habitat naturale con tanti alberi a disposizione su cui arrampicarsi e saltare. La loro abilità nello spostarsi ‘in aria’ non impedisce loro di muoversi anche a piedi, preferibilmente in gruppi dai 10 ai 30 esemplari. Proprio tra di loro adottano un sistema di comunicazione, come vedremo in seguito, molto efficace per la protezione e la difesa del loro territorio.
Dagli alberi traggono anche la loro principale fonte di sostentamento, ovvero la frutta, compresi altri vegetali, semi e insetti (uova comprese). Se tenuti in cattività possono vivere anche fino a 33 anni: le cose cambiano in natura dove la vita al massimo raggiunge il ventennio d’età.
Una scoperta interessante è stata fatta dal team di studiosi dell’Università di St. Andrews, su alcuni esemplari della specie Cercopithecus Nictitans. Sono loro i primati che riescono a comunicare attraverso dei sistemi di allarme. I maschi della specie in particolare adottano differenti schermi di richiami a seconda dei segnali di disturbo che arrivano dall’esterno: pensiamo al suono emesso da un leopardo o un aquila. Risponderanno, a seconda del suono, con una sorta di morfema, che nella nostra lingua corrisponde alla parte più piccola di una parola (Leggi qui: Similitudini e differenze tra uomo e scimpanzé: ecco quali sono).
In pratica il cercopiteco, per comunicare, utilizza segnali semplici nonostante non siano in gran numero: questa scarsità di suoni è dovuto probabilmente anche a uno scarso controllo, da parte del primate, dei movimenti della lingua.
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Sebbene la sua sia una specie molto poco conosciuta, il cercopiteco nano è famoso per i traffici illegali che di lui si fanno in tutta Europa. Ve ne sono di due tipi: quello nano dell’Angola e quello di Gabon. Entrambi non superano i 40 cm di lunghezza per un kg di peso o poco più. Il loro pelo ha dei riflessi di colore verde scuro, soprattutto sulla zona della schiena e della testa.
La sua faccia è molto espressiva e adotta una quantità vasta di smorfie per esprimere i suoi stati d’animo. la differenza tra i due è che mentre il cercopiteco dell’Angola ha la pelle della faccia nera, quello di Gabon ce l’ha bianca.
Come la specie ‘normodotata’ il cercopiteco nano vive in gruppi di oltre 100 esemplari, anche quando dorme. Solo al momento del pasto tendono a dividersi, così da evitare anche zuffe per il cibo. Non sono animali territoriali e non hanno schemi comunicativi particolarmente vasti. Mangia frutta, vegetali, semi, insetti e anche piante acquatiche e ancora roditori e uccelli.
Il suo habitat ideale è composto sia da alberi ma anche da specchi d’acqua: ama infatti stare a mollo e nuotare alla ricerca di qualcosa da mangiare. Le sue zone preferite dunque sono attorno a laghi e fiumi, come ad esempio la Guinea Equatoriale, il Congo e il Camerun.
Il suo nome è diventato tristemente famoso per il traffico che si fa di questo animale in tutta Europa: sebbene non sia a rischio di estinzione, questo primate è difficile da proteggere da malintenzionati che lo commerciano. Purtroppo le sue dimensioni davvero ridotto lo rendono facile preda di coloro che li vendono in Europa come animali domestici.
F.C.
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