La LAV, Lega Anti Vivisezione, denuncia un gravissimo episodio accaduto a San Siro e che ha visto due cavalli morti durante una competizione equina. Sul sito web ufficiale della nota associazione animalista è comparsa una lunga nota nella quale viene spiegato il fatto. La LAV chiede che venga disposto un esame autoptico sulle carcasse dei due animali, e che si apra anche una indagine che stabilisca che tutto sia stato conforme alle regole per quanto riguarda la tempestività dei soccorsi prestati e la loro efficacia. Inoltre un’altra richiesta consiste nello stabilire se il tracciato presentasse tutte le norme di sicurezza richieste in materia.
“Non è accettabile che quando accadono eventi così tragici ci si affretti a invocare a mezzo stampa il presunto alibi della fatalità, asserendo le buoni condizioni del tracciato e ambientali: la sensazione è che ci si voglia affrettare a trovare una via per scagionare eventuali responsabili rispetto a una vicenda gravissima – scrive la LAV – le indagini le fa la Magistratura e non ci basta affatto che chi è parte in causa invochi la mancanza di responsabilità in questi due decessi di cavalli”.
Cavalli morti, la rabbia della LAV
Il movimento animalista ribadisce anche di essere contrario a qualsiasi competizione che preveda l’utilizzo di animali. Se ne chiede da anni l’abolizione, assieme agli allevamenti che prevedono metodologie di addestramento volte ad insegnare ai cavalli stessi le tecniche di corsa. LAV continua: “In relazione alla tragica morte dei due cavalli, fatto su cui la LAV si riserva ogni ulteriore azione legale contro i responsabili, si potrebbe configurare il reato previsto dall’articolo 544 bis del codice penale, secondo cui “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni”.
“E c’è anché il reato previsto dall’articolo 544 ter del codice penale – “maltrattamento di animali” per cui “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro. (…). La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell’animale”. Su questo episodio insomma non si lascerà correre, LAV esige nomi e cognomi degli eventuali responsabili. Anche nel Gran Prix di Merano c’erano stati altri cavalli morti, con numerose polemiche.