Cardiomiopatia dilatativa nel furetto: cause, sintomi e trattamento

Cardiomiopatia dilatativa nel furetto: cause, sintomi e trattamento

Cardiomiopatia dilatativa nel furetto, la patologia cardiaca e circolatoria più comune negli esemplari adulti. Vediamo cause, sintomi e cura.

furetto
(Foto AdobeStock)

La scelta di adottare un animaletto domestico diverso da quelli a cui solitamente siamo abituati, deve essere seguita anche da uno studio (quanto meno informativo) delle possibili necessità e le eventuali problematiche di salute che possono colpire, in questo caso, il vostro furetto.

Il furetto è simpatico animaletto, giocherellone ma anche tanto dormiglione.

Generalmente non da grossi problemi e gode di buona salute, ma come tutti gli esseri viventi, può essere soggetto a qualche patologia.

Nell’articolo di oggi, andremo a conoscere meglio, una di queste malattie, ovvero la cardiomiopatia dilatativa nel furetto.

Vediamo quali le cause, i sintomi e il trattamento di questa condizione nel piccolo mammifero della famiglia dei mustelidi (per capirci la stessa della lontra, la donnola, la puzzola, il visone, la martora, il tasso e così via).

Cause della cardiomiopatia dilatativa nel furetto

La cardiomiopatia dilatativa nel furetto, si manifesta principalmente nei furetti più anziani, come infatti colpisce, in genere, animali di età superiore ai 3 anni.

La condizione è contraddistinta dalla progressiva perdita della contrattilità cardiaca e colpisce allo stesso modo maschi e femmine. Si tratta di una grave malattia ma non infettiva.

Le cause possono riguardare principalmente l’alimentazione a differenza di ciò che si è scoperto per la cardiomiopatia dilatativa nel gatto.

Dove è stato riscontrato una mancanza di amminoacidi nella dieta (in particolare di taurina) che determina l’indebolimento del muscolo cardiaco.

Nel furetto purtroppo non ci si è dati ancora una risposta completa.

Sintomi

Purtroppo i segnali di cardiomiopatia dilatativa nel furetto, non compaiono fin quando il cuore non viene colpito gravemente.

furetto
(Foto AdobeStock)

Si tratta di un indebolimento lento e costante che alla fine si traduce in segnali, quali:

  • accumulo di liquidi nel torace e nell’addome (gonfiore);
  • apatia generalizzata;
  • colore delle gengive bluastre (a causa della mancanza di ossigeno dovuta allo scompenso cardiaco);
  • difficoltà respiratorie;
  • perdita di appetito e anoressia;
  • respirazione più veloce del normale;
  • perdita di peso nel furetto;
  • tachicardie sinusali: i battiti al minuto passano dai 180 e 250, ad oltre i 250.

Diagnosi e trattamento della cardiomiopatia dilatativa nel furetto

Per poter diagnosticare l’indebolimento del cuore nel furetto, dovrà eseguire:

  • ecocardiogramma (per individuare la presenza di soffi cardiaci);
  • raggi X (per valutare le dimensioni del cuore e l’eventuale danno che ha subito nel tempo);
  • ultrasuono ovvero l’ecografia (per osservare in tempo reale il modo in cui il miocardio pompa il sangue, cosa che indica lo stato generale del cuore).

Si tratta di esami fondamentali, anche perché la sola analisi fisica generale, non porterà nemmeno ad una diagnosi differenziale.

Stabilita la diagnosi, il veterinario tratterà la condizione come emergenza medica, ragion per cui agirà velocemente.

La terapia consisterà nella prescrizione di farmaci diuretici in modo da facilitare la minzione e ridurre la quantità di liquido che si è accumulato nel torace e nell’addome.

Inoltre, prescriverà farmaci per migliorare la circolazione, queste medicine agiscono aumentando la capacità di contrazione del cuore e diminuendo la resistenza opposta dai vasi sanguigni.

Tuttavia, nonostante le cure la prognosi resta riservata ma in buona parte dei casi, è possibile assicurare una qualità di vita accettabile grazie ad una buona ed appropriata alimentazione del furetto (a basso contenuto di sodio e povera di grassi che ridurrà la sua ritenzione idrica, insieme alla somministrazione dei farmaci prescritti.

 

 

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