Pare proprio che cacciatori e pescatori si siano dati appuntamento. Infatti, si apprende da 24zampe, del Sole24Ore che è in corso una vera e propria “ribellione” da parte di queste due categorie, in controtendenza con le iniziative promosse dagli animalisti e ambientalisti.
In primo luogo, i cacciatori hanno deciso di costituire la Fenaveri, un nuovo organismo che come Federcaccia intende rappresentare il mondo venatorio italiano a livello nazionale e internazionale e che tra le prerogative ha come obiettivo di promuovere la cultura rurale, mirata al superamento della cultura animalista, fondamentalista. L’intento è di trovare un dialogo con gli ambientalisti più conservatori per far rinascere nelle giovani generazioni l’interesse per la caccia e rafforzare il rapporto con il mondo agricolo.
Parallelamente a questa notizia, in Liguria e in Sardegna, i pescatori hanno dato vita a due iniziative mirate al loro settore.
In Liguria i pescatori hanno denunciato i delfini alla capitaneria di porto di Lavagna per danneggiamento, spiegando di aver subito dei danni alle reti dai mammiferi marini: “Sono come i cinghiali per i contadini”, affermano i pescatori, determinati a difendere le loro reti che nei pressi del golfo del Tigullio, sono danneggiate dai delfini che si nutrono delle triglie impigliate nelle reti. I pescatori chiedono di essere aiutati per le spese dovute alla ricostruzione delle reti e pare che alcune associazioni di categoria sono intervenute sul caso e stiano studiando un modo per gli indennizzi, in quanto essendo il delfino una specie protetta, trovare un’altra soluzione pare al momento difficile.
Dall’altra parte del mare, in Sardegna, i pescatori hanno invece ottenuto, in deroga alla direttiva Ue “Uccelli”, la possibilità di abbattere di una quota di cormorani accusati di rubare il pesce ai pescatori. Si apprende che è stato approvato un piano triennale di contenimento dei danni provocati da cormorani nei compendi ittici della Sardegna, che a partire da ottobre prossimo, prevede una serie di misure tra cui l’abbattimento selettivo. Il Piano ha ottenuto il via libera dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), per cui è stato creato un team di esperti delle amministrazioni provinciali, coordinati dall’assessorato dell’Ambiente regionale che dovranno fornire le prescrizioni e la trasmissione della rendicontazione consuntiva all’Ispra e al ministero dell’Ambiente. Secondo quanto riferisce 24zampe, è emerso che nella provincia di Oristano, dal 2008 al 2014, i cormorani erano aumentati dell’86,50%, per cui la Uecoop e Coldiretti Sardegna, avevano denunciato che gli uccelli avevano consumato oltre 2 milioni e mezzo di euro di pesce l’anno, avanzando la richiesta di abbatterne circa 260.