Quali sono le specie animali che resistono meglio al clima estremo? Scopriamo di quali si tratta e come fanno a sopravvivere.
I cambiamenti climatici stanno causando una serie di sconvolgimenti che mettono a rischio non solo il pianeta, ma il nostro stesso benessere. Discorso analogo vale anche per gli animali: sono molte le specie in via di estinzione a causa delle trasformazioni che il loro habitat sta subendo. Ci sono alcuni animali, però, che resistono meglio di altri al clima estremo: ecco quali sono.
La classifica degli animali che resistono meglio al clima estremo
Siccità , riscaldamento climatico, alluvioni improvvise: gli effetti dei cambiamenti climatici hanno già iniziato a manifestarsi, e peggioreranno con l’avanzare del tempo.
Gli ecosistemi sono stati progressivamente sottoposti a uno stress crescente, che ne sta alterando tutte le caratteristiche.
Questo, naturalmente, esercita una forte ripercussione sulle specie che li abitano. Quali sono gli animali che soffriranno meno le conseguenze dei cambiamenti climatici?
I ricercatori della University of Southern Denmark hanno stilato una classifica dei mammiferi terrestri più resistenti al clima estremo.
Esaminando i dati relativi a 157 specie, compresi in un arco temporale di 10 anni, gli studiosi hanno individuato una interessante caratteristica che accomuna gli animali che resistono meglio ai cambiamenti climatici.
Si tratta di esemplari di grandi dimensioni, che tendono a fare pochi figli. In questo elenco, quindi, rientrano:
- Orsi;
- Scimpanzé;
- Rinoceronti;
- Elefanti.
Questi animali, infatti, prima di riprodursi sono in grado di aspettare che un evento avverso, come un’alluvione, termini.
Inoltre, possono concentrarsi esclusivamente su un singolo figlio, aumentandone le probabilità di sopravvivenza.
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Tutta questione di equilibri
Al contrario, le specie animali più a rischio sono quelle di dimensioni ridotte e con un elevato numero di figli.
Tra queste, ad esempio, ci sono:
- Talpe;
- Topi;
- Volpi;
- Scoiattoli.
Il tasso di natalità in questi animali, infatti, può ridursi drasticamente e in tempi davvero brevissimi.
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Del resto, si tratta di una questione di equilibri naturali: basta che le condizioni migliorino perché l’elevata velocità di riproduzione di queste specie faccia sì che gli habitat tornino a popolarsi.
Non dobbiamo dimenticare, poi, che i cambiamenti climatici non costituiscono l’unica minaccia per gli animali: oltre al riscaldamento globale, infatti, non vanno sottovalutati i pericoli della caccia, dell’inquinamento, della distruzione degli habitat e dell’introduzione di specie aliene.
Ancora una volta, quindi, appare evidente l’effetto catastrofico dell’intervento umano.
Laura Bellucci