Animali che possono mimetizzarsi, una caratteristica utilissima a molti animali. Vediamo a quali di essi appartiene questa peculiarità.
Il mondo animale è sempre qualcosa che ci affascina, ci sorprende e spesso ci lascia a bocca aperta, per ciò che i suoi abitanti sono in grado di fare. In molteplici casi, per sopravvivere alle difficoltà della vita in un mondo spesso crudele con i più piccoli, vittime di animali più grandi, ma in taluni casi anche meno astuti, utilizzano una caratteristica che possiamo paragonarla ad un “superpotere”. Ebbene sì ci sono animali che possono mimetizzarsi con l’ambiente che li circonda.
In questo articolo andremo a trattare le principali specie di animali che possono mimetizzarsi. Questa loro caratteristica è un punto sicuramente a favore per molti animali che subiscono la prepotenza di esseri più grandi, ma non si tratta solo di un’autodifesa.
Questi animali che possono mimetizzarsi utilizzano questa loro capacità anche per mostrare una condizione anche emotiva come ad esempio un particolare stato di paura. Vediamo nello specifico di cosa si tratta e quali animali possono mimetizzarsi.
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L’insetto stecco vive in territori piuttosto umidi ma ventilati, nelle zone del Mediterraneo nord-occidentale, specialmente in Spagna, Francia meridionale, Italia e nella penisola balcanica. Il colore originale di questo insetto varia dal verde al marrone ma è proprio la sua forma, il suo colore marroncino e la sua capacità di rimanere perfettamente immobile rendono molto semplice la capacità di mimetizzarsi in natura.
Generalmente è in caso di pericolo che tende a cambiare il colore del corpo adattandolo all’ambiente che lo circonda. Il cambiamento può essere rapido e momentaneo o lento e duraturo. Alcune specie assumono una colorazione chiara di giorno e una bruna di notte. La sua dimensione varia nei soggetti di sesso maschile si arriva a circa 6 cm mentre nelle femmine fino a 10 cm.
Oltre alla capacità di mimetizzarsi questo insetto è anche in grado di autorigenerare gli arti, come ad esempio nel caso venga preso per una zampa, non opporrà resistenza alcuna ma la lascerà andare e da li a non molto farà in modo di rigenerare l’arto mancante, anche se di solito si riforma più piccolo e un po’ differente.
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In prossimità delle barriere coralline, nelle acque cristalline e poco profonde del Mar Rosso e dell’Indo-Pacifico è possibile veder il pesce pietra. È un pesce d’acqua salata appartenente alla famiglia Synanceiidae, genere Synanceia. Il pesce pietra, possiede un corpo di circa 40 cm e può pesare fino a 2 kg.
Tutto ricoperto da una sorta di verruche carnose e dure e da protuberanze simili a piccole alghe. I colori di questo pesce possono variare dal blu scuro al rosso-rosa-arancione o marrone. Proprio grazie a questa sua fisicità, questo pesce risulta essere uno degli animali che meglio riesce a mimetizzarsi, ma il so non è un caso di mimetismo utile alla difesa ma bensì il suo è un trucco per attaccare e catturare le sue prede.
Non essendo un gran nuotatore e per questo neanche veloce, deve ricorrere a questa sua peculiarità, in compenso ha una bocca velocissima alla cattura. Si mimetizza su qualche roccia, spesso anche sotto la sabbia ed aspetta che una preda passi di lì per essere catturata. Un’altra sua caratteristica molto pericolosa è il veleno in suo possesso, un morso di questo pesce può essere fatale se non si procede con la cura.
Il veleno lo utilizza per difendersi contrariamente al mimetismo che lo usa per catturare prede. Quando il pesce pietra si sente in pericolo o minacciato alza i suoi aculei ed inietta il veleno. In caso di puntura bisogna quindi immergere la zona interessata in acqua calda e successivamente recarsi ad un pronto soccorso per le cure apposite.
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Il camaleonte, appartiene allo stesso sottordine delle lucertole ossia i sauri e in effetti l’aspetto lo ricorda molto. È un rettile squamato diurno originario dell’Africa, presente in più di 200 specie e la maggior parte vengono da dal Madagascar. Le misure di questo rettile variano dai 3 ai 60 cm di lunghezza a seconda della specie e un peso che per forza di cose oscilla dai 50 ai 150gr.
Ma a prescindere dalle misure,l’estetica è un pò simile per tutti e quindi la testa piccola con una cresta che ricorda i dinosauri, piena di sporgenze, piccole corna e come dei bernoccoli, soprattutto negli esemplari maschi. Possiede una coda prensile che viene utilizzata per dare maggiore equilibrio e sincronia al movimento.
Proprio per questa sua utilità a differenza delle lucertole, il camaleonte non può separarsi dalla sua coda. Molto particolare è il suo incedere molto lentamente, il restare immobile e assumere un’espressione impassibile oltre al fatto che ciò che lo contraddistingue è la capacità di mimetizzarsi ma non lo fa coscientemente con lo scopo di mimetizzarsi, ma si tratta di una manifestazione delle loro momentanee condizioni fisiche, fisiologiche o emotive.
Infatti questa condizione fisica avviene proprio quando ha paura o durante i combattimenti, diversamente da altri animali che si mimetizzano per catturare prede lui per quello ha la sua abile e velocissima lingua, infatti lui fissa la preda con entrambi gli occhi e poi srotola la lingua.
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Il cavalluccio marino è un animale marino dall’aspetto al quanto particolare e singolare. Del genere Hippocampus appartiene alla famiglia Syngnathidae e vive tra le barriere coralline, in acque basse ad una profondità di 10-40 metri nell’Indopacifico, dall’Indonesia alle Filippine, ala Papua Nuova Guinea fino all’Australia (Queensland) e alla Nuova Caledonia.
Le misure di questo animale variano a seconda della specie in genere è 2 cm circa. Ma ciò che vale per tutti gli esemplari è la struttura fisica che si erge in modo verticale, simile ad un vero e proprio cavallino in miniatura e può essere di colore grigio con tubercoli rossi o giallo con tubercoli arancio.
Il suo corpo è privo di denti e di stomaco e ciò che rende possibile l’alimentazione di questo animale è l’utilizzo del muso con cui aspira le sue prede. Il cavalluccio pigmeo in particolare è praticamente identico ai coralli nei quali si nasconde ha sviluppato questo look specifico per un determinato ambiente.
E un’altra caratteristica tipica per tutti i cavallucci marini è la particolare riproduzione che avviene tramite il parto del maschio e non della femmina. In poche parole succede che la femmina depone le uova in una speciale sacca incubatrice nel ventre del maschio. Alla schiusa, dopo una gestazione di circa due settimane, il maschio espelle gli avannotti con delle contrazioni addominali simili al parto femminile.
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Il gufo appartiene all’ordine degli Strigiformi ovvero rapaci notturni, il suo principale segno di riconoscimento sono i ciuffetti sulle orecchie. Possiede occhi frontali e circondati da due cerchi scuri, tagliati da una striscia chiara nel mezzo e delle pupille dal particolare color arancio.
Ha un’ottima vista anche di notte, così come l’udito molto fino, nonostante non abbia la possibilità di compiere un movimento di rotazione con gli occhi, ha la capacità invece di ruotare la testa di 270 gradi. Anche per i gufi a seconda delle specie variano le misure. Il gufo reale è quello più grande e maestoso che riesce a toccare i 2 metri di apertura alare e quello elfo invece quello più piccino, di soli 15 cm di altezza.
Ciò che lo rende ancor più particolare è l’abilità che possiede nel mimetizzarsi. Tutto grazie alla presenza delle sue piume che ricorda i colori degli alberi su cui si poggia o si nasconde negli incavi dei tronchi, dove riesce a mimetizzarsi sfuggendo in questo modo ai suoi nemici.
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Come suggerisce il nome, questa rana è di solito grigia con spesse bande di colorazione più scura di grigio che attraversano il suo corpo. Il colore della rana grigio albero, cambia a seconda del substrato su cui si trova, prediligendo i grigi e i verdi. Ha un aspetto verrucoso e cambia colore con un ritmo ancor più lento del camaleonte.
È possibile vederla negli Stati Uniti orientali e in Canada sud-orientale, nelle zone umide, torrenti, fiumi o laghi dove si ha accesso a foglia strame, rocce o tane di piccoli mammiferi. Essendo un animale arboricolo passa molto tempo sui rami degli alberi e ciò la rende preda di molti uccelli ma si basa sulla sua eccezionale abilità di mimetismo per nascondersi dai predatori.
Raffaella Lauretta
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