I parassiti sono i nemici peggiori dei nostri amici a quattro zampe. Ecco quali sono e le loro caratteristiche, quali patologie comportano e come prevenirne l’attacco.
Chi crede che solo i randagi possano essere infestati da parassiti, è completamente in errore. Purtroppo possono esserne affetti anche i nostri amici a quattro zampe che vivono in casa con noi: non basta lavarli spesso per tenere lontano il pericolo dei parassiti. Paradossalmente un pelo molto pulito offre ‘meno ostacoli’ all’ascesa dei parassiti fino alla pelle. Gli animali vanno puliti e lavati naturalmente, ma c’è bisogno anche di altro, come accessori e collari anti-parassitari. Con l’arrivo del primo caldo i parassiti proliferano e si corrono più rischi. Ecco quali sono e come prevenirli in poche e semplici mosse.
I parassiti si suddividono in due macro-categorie: esterni, o ectoparassiti, ed interni o intestinali. I primi attaccano il tessuto cutaneo e i bulbi piliferi, mentre i secondi si sviluppano all’interno dell’intestino. I parassiti esterni più comuni sono: pulci, zecche, pidocchi, acari, i flebotomi e le zanzare. Quelli interni invece sono: i coccidi, la Giardia, gli ascaridi e le tenie.
Quelle che attaccano gli animali domestici sono in massima parte di un solo tipo, la Ctenocephalides felis. Si tratta di un insetto ematofago e colpisce soprattutto i gatti, ma anche cani e umani. Non hanno le ali e spostano saltellando. Sono le femmine della specie a depositare le uova, da cui escono le larve nel giro di pochi giorni. A occhio nudo sono visibili come puntini neri, grandi quanto granelli di sabbia, che sono le feci delle pulci depositate sul pelo.
Le pulci causano prurito, dovuto alla deposizione della saliva sulla cute dell’animale. In alcuni casi, soprattutto nei cani, possono esserci conseguenze più serie come la dermatite allergica.
Si tratta di insetti ematofagi e hanno tre fasi della vita, cui corrispondono tre diverse dimensioni: larva, ninfa, adulto. Le larve delle zecche hanno una dimensione di 1 mm mentre quelle adulte variano dai 3 ai 6 millimetri, fino a raggiungere il centimetro dopo essersi riempite di sangue della ‘vittima’. Le zecche in tutte e tre le fasi della vita attaccano animali e uomini.
Il loro aggancio all’animale avviene tramite un uncino che, sebbene il corpo della zecca venisse rimosso, rimarrebbe conficcato nella carne: rimasto incastrato l’artiglio può facilmente portare infezioni. Le zecche sono responsabili di Ehrlichiosi, Babesiosi , Anoplasmosi e la malattia di Lyme. Data la grande quantità di sangue che riescono a succhiare, le zecche possono anche causare anemie importanti.
Se le infezioni da pidocchi sono piuttosto rare negli animali e causano irritazioni e prurito, l’attacco degli acari può comportare conseguenze molto più importanti. Una volta attaccata la pelle dell’animale possono causare la scabbia.
Si tratta di insetti al massimo di 2-3 mm che hanno la capacità di volare in maniera estremamente silenziosa, dunque è difficile accorgersi del loro ‘arrivo’ poiché non fanno alcun rumore. Hanno l’aspetto delle zanzare, poiché sono fornite di ali e di peluria esterna, ma solo le femmine attaccano gli esseri umani succhiando sangue.
Una tra le malattie più pericolose causate dai flebotomi è di sicuro la Leishmaniosi: purtroppo i mezzi per curare questa grave patologia sono ancora piuttosto scarsi, ma può essere utile la prevenzione. E’ consigliabile tenere a dormire in casa cani e gatti in primavera e in estate, per evitare che i pappataci li attacchino facilmente.
Si tratta di un insetto che si nutre di sangue e somiglia ad una comune mosca. La differenza sta nelle dimensioni: esse raggiungono gli 8-10 mm e hanno una bocca simile ad un uncino. Possono attaccare e rimanere attaccate alla pelle e alla carne dell’animale anche per diversi minuti, provocando grandi perdite di sangue.
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Si tratta di parassiti molto piccoli, microscopici, contenute nelle feci espulse dall’animale. Una volta contaminato il terreno, esso diventa portatore di infezioni per i cani che ne ingeriscono una parte: in questo modo i cani entrano in contatto con i coccidi e li ingeriscono. I sintomi di una infezione da coccidi sono: nausea, vomito con conseguenti dolori muscolari ed inappetenza.
Il parassita una volta ingerito, si riproduce facilmente nell’intestino, causando la giardiasi. L’infezione si trasmette per via oro-fecale, ovvero ingerendo liquidi o feci del cane infetto, come nel caso di coprofagia nei cani. Essa può essere pericolosamente trasmessa anche all’uomo. Una volta entrata nell’intestino, la Giardia Lambia provocano diarrea e relativa disidratazione.
Detti anche ‘vermi tondi’ sono in realtà dei vermi più lunghi che si riproducono all’interno dell’intestino e sono espulse attraverso le feci. Una volta che le feci hanno toccato il terreno lo avranno infestato. I vermi piatti, o tenie, invece sono portate da vettori come le pulci e possono causare parassitosi interne.
In commercio esistono numerosi ed efficaci prodotti contro le pulci e le zecche. Sebbene i risultati si vedano, è sempre bene controllare in che dosaggio applicarle all’animale infetto, in quanto i tempi di guarigione variano a seconda che si tratti di pulci o di zecche. Per i parassiti esterni dunque si vendono anti-parassitario ad uso topico, localizzato, come collari e spray. Antiparassitari efficaci si sono rivelate anche le compresse e prodotti spot on, quali l’olio di Neem, da applicare lungo tutta la colonna vertebrale dell’animale. Essi riescono ad uccidere i parassiti presenti sulla pelle dell’animale e annullare la riproduzione e la schiusa delle uova.
Per quanto riguarda i parassiti interni invece, la cura è più complessa in quanto più complessa è la diagnosi. Il veterinario dovrà procedere con l’esame di un campione di feci. Molto importante sarà la pulizia dell’ambiente che è stato infestato dalle feci infette dell’animale portatore della malattia: se la zona non è ben igienizzata si rischia di infettarsi nuovamente. Una volta ottenuta la diagnosi e aver individuato il tipo di parassita che ha causato l’infezione, si procederà con una terapia farmacologica. E’ probabile che il veterinario consigli anche un periodo di riabilitazione per l’animale, in quanto le patologie intestinali tendono ad indebolirne molto l’organismo.
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F.C.
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