Tratteremo oggi un tema importante: quello del ciclo biologico ed evolutivo delle Orche. Esattamente oggi parleremo di una scoperta assai curiosa: la menopausa in cetacei e globicefali. Come per la specie umana anche questi cetacei hanno sviluppato un tratto evolutivo legato alla struttura sociale. Le orche sarebbero in grado di andare in contro alla menopausa e quindi passare gran parte della loro vita senza riprodursi. I maschi che di solito vivono circa 30 anni vengono superati di gran lunga dalle femmine che possono superare gli abbondanti 60 ma la loro vita riproduttiva termina intorno ai 40.
Come è spiegato il ciclo biologico di un’ora
Una teoria controversa, durata oltre trent’anni, spiegherebbe come mai le orche andrebbero in contro alla menopausa e cioè per non andare in “conflitto riproduttivo” con altre orche della famiglia. “Se dovessero esserci troppi nuovi nati il cibo scarseggerebbe e la possibilità di sopravvivenza diminuirebbe” spiega Darren Croft biologo e zoologo del team della University of Exeter. I ricercatori hanno studiato la struttura demografica di due popolazioni di orche, esponendo la teoria secondo la quale, con il trascorrere del tempo molte femmine con maschi di gruppi a cui somigliano geneticamente.
Questo concetto è esplicato nell’abitudine delle orche di accoppiarsi con maschi di altri gruppi e portando via con se il piccolo per crescerlo nel proprio branco materno. La struttura familiare matriarcale fa sì che una femmina giovane sia meno imparentata con gli altri membri del gruppo rispetto a una femmina anziana. Ne hanno anche un vantaggio riproduttivo rispetto alle femmine più anziane. Secondo i ricercatori, i figli di una femmina anziana hanno una probabilità di morte superiore ai figli delle femmine più giovani.
Ma la teoria più acclamata risale agli anni 1950 ed è la “teoria della nonna” che spiegherebbe per l’appunto anche il fattore longevità: in pratica le orche smetterebbero di fare figli per occuparsi dei nipoti e della progenie del loro branco assicurando cosi una longevità della specie e lasciando il tempo alle figlie di riavere nuovamente piccoli. Non male come strategia riproduttiva! Infatti spiega Croft “Nell’insolito sistema sociale delle orche, i figli e le figlie non lasciano mai il gruppo in cui sono nati bensì vivono con la madre tutta la vita”
Tutto ciò è in realtà una strategia
Questa caratteristica delle orche sarebbe una vera e propria strategia di sopravvivenza. Le vecchie matriarche trasmetterebbero ai nipoti e pronipoti, conoscenze e abilità nella caccia e nella riproduzione. Assumono un vero e proprio ruolo guida nelle nuove generazioni. Gli esemplari di maschi giovani, secondo uno studio, in caso di morte della madre, avrebbero maggiore probabilità di non sopravvivere aumentata di 14 volte rispetto ad altre specie animali. Gli scienziati hanno scoperto che maschi si riproducono fuori dal branco e lasciano il “costo” del piccolo al gruppo della madre per garantire un miglior successo riproduttivo diffondendo i geni ma senza aggiungere costi per il branco.
Le femmine invece sembrano dipendere meno dalla mamma. Questo spiega il motivo della permanenza nella famiglia di tutti i discendenti.
Il team di Croft spiega come sia possibile che questo tratto evolutivo faccia parte di pochissime specie animali, tra cui l’uomo. Perché questo tratto si evolva è necessario che, i benefici dell’interruzione della riproduzione superino gli svantaggi. Per capire come si evolve la menopausa in un orca bisogna esaminare la struttura sociale del branco, e carpire come la femmina si relazioni con esso con il passare del tempo. Le orche vivono in strutture familiari chiuse in cui, figli, nipoti e pronipoti restano con la madre tutta la vita. In poche parole, quando la femmina invecchia, così come per la specie umana, il suo ruolo nel gruppo cambia fino ad arrivare al punto in cui la “nonna” benefici dei privilegi di occuparsi della prole altrui piuttosto che mettere al mondo altri figli. Esattamente come succede alla nonne con i nipotini.
Certamente spiegare e studiare i processi riproduttivi di un cetaceo, di svariate tonnellate, è assai difficile da portare avanti ma gli scienziati come Croft non si tireranno indietro facilmente, e noi speriamo che sia sempre cosi!
B.M