Torna più veemente che mai l’assessore all’ambiente della Provincia di Trento Michele Dallapiccola dopo l’aggressione di un orso che si è verificata in questi giorni a Terlago, Comune di Vallelaghi, località Predera.
All’indomani dell’aggressione, è stata immediata la reazione da parte del presidente della Provincia Ugo Rossi il quale ha subito sollecitato una norma con la quale consentire l’abbattimento degli esemplari a rischio. E non si è fatta attendere l’ordinanza provinciale, firmata da Rossi, con la quale è stata ordinata la cattura per sempre o l’abbattimento dell’orso.
La vittima dell’orso è ancora in ospedale ma non avrebbe ferite gravi. L’uomo di 69 anni avrebbe sostenuto di essere stato attaccato senza aver provocato l’orso. Per Rossi, 60 orsi sono troppi nella provincia. Infatti, nel progetto di reinserimento della specie non era considerato il numero massimo degli esemplari. Per questo, precisa il presidente provinciale “bisogna passare dall’Europa”.
Mentre sono già pronte le squadre della forestale, tiratori esperti con narcotici, veterinari e cani anti orso, trapelano le prime ipotesi. Secondo le autorità, l’esemplare potrebbe essere un’orsa di 15 anni con il codice Kj2, già protagonista di un’aggressione nel giugno del 2015. Per poter conferma questa pista, si attende il responso delle analisi dei peli ritrovati in prossimità dell’aggressione Solo il test sui peli ritrovati nel luogo dell’aggressione.
Tuttavia, la decisione improvvisa da parte delle autorità locali sorprende un po’ tutti. Tanto più che non solo non sono state chiarite le dinamiche né tanto meno è stato ancora individuato l’esemplare.
L’Enpa ha subito lanciato una petizione che nel giro di 24 ore ha raccolto oltre 40 mila firme e con la quale bloccare l’ordinanza. L’organizzazione ha sottolineato che si tratta di una situazione paradossale. Ovvero: “C’è l’ordinanza ma non l’orso da catturare, visto che al momento regna la più assoluta incertezza”.
“Questo lascia pensare al provvedimento emanato come ad un mero pretesto, l’occasione per realizzare un disegno – il massacro degli orsi – da troppi atteso con grande impazienza”, viene scritto da Enpa, precisando che “un disegno che rappresenta solo un riflesso della più generale biofobia della cattiva politica: dopo i lupi, che Galletti voleva a tutti i costi sterminare”.
“A tale disegno animalicida, Enpa dice no. A tutti gli italiani, la stragrande maggioranza dei quali ha a cuore gli animali e non condivide in alcun modo le campagne strumentalmente allarmistiche contro essi, l’associazione chiedere di attivarsi in loro difesa aderendo alle proteste contro le istituzioni nazionali e quelle del Trentino”, prosegue l’associazione animalista.
Enpa invita le parti a mantenere la calma e “di sospendere ogni giudizio fino a quando non sarà chiarita la dinamica dei fatti. La convivenza con gli orsi è possibile, ma solo adottando le misure proposte dalla scienza e dalla ragionevolezza, non certo quelle adottate sull’onda dell’emotività e per guadagnare facili consensi”. Per firmare la petizione clicca qui
Tutte le associazioni si stanno unendo nella protesta e la stessa Aidaa ha presentato un esposto alla procura della repubblica di Trento per chiedere chiarezza su quanto accaduto. Dal canto suo, la Lav parla di “un’ordinanza in ergastolo o uccisione”. Centopercentoanimalisti ha invece avviato in rete un tam tam per boicottare ancora una volta il Trentino.
La provincia ha anche diramato una mappa online utile per i turisti e gli escursionisti. Nella mappa sono indicate le aree in cui sono presenti le madri con le cucciolate. Le autorità invitanto per tanto a fare massima attenzione e ad evitare quelle zone.
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