L’uomo ha poi chiamato i soccorsi con il proprio cellulare e nel giro di un quarto d’ora sul posto si sono presentate due ambulanze e l’elisoccorso. Metlicovec è stato trasferito presso l’ospedale di Santa Chiara a Trento mentre le squadre del soccorso alpino e la forestale con i cani anti orso hanno monitorato l’area per individuare il platigrado che aveva aggredito Metlicovec essendo un esemplare che potrebbe rivelarsi pericoloso in quanto si è avvicinato in un’area urbanizzata.
Nella stessa area, nel 2015, venne aggredito un podista di 45 anni che ha riportato ferite gravi in varie parti del corpo.
Il nuovo caso ha ovviamente sollevato l’allerta delle istituzioni e la Regione ha colto questa occasione per ribadire che servirebbe una norma per poter eliminare esemplari pericolosi. E’ quanto dichiarato dall’assessore provinciale all’Ambiente Michele Dallapiccola: “Seguiamo con grande rammarico e preoccupazione per la salute della persona coinvolta gli esiti, per fortuna non gravi, di questo nuovo attacco a un uomo da parte di un orso. E’ urgente che il Governo si faccia carico dell’approvazione della norma di attuazione da noi depositata da più di un anno, unica strada che può consentirci di rimuovere gli esemplari pericolosi”.
L’assessore ha anche spiegato di aver attivato con la forestale un monitoraggio dell’area per metterla in sicurezza e “raccogliere campioni biologici che ci permettano di identificare il soggetto al fine di decidere sui provvedimenti da adottare”.
La dichiarazione dell’Assessore provinciale ha ovviamente provocato immediatamente le reazioni delle associazioni animaliste. Dura la condanna di Enpa sulle posizioni espresse da Dallapiccola: “Benché non sia ancora chiara ed accertata la dinamica relativa alla presunta aggressione di un escursionista da parte di un orso, i soliti noti, sfruttando una situazione assolutamente confusa, non hanno perso tempo per sollecitare l’adozione di misure di emergenza, quali – ad esempio – la rimozione di un non meglio identificato esemplare. Insomma è ripartita la grancassa della campagna anti-plantigradi, che poi altro non è se non un riflesso della più generale campagna antiselvatici da tempo in atto nel nostro Paese”, sottolinea Enpa in un comunicato, precisando che ” si vogliono soltanto avere dei pretesti per dichiarare guerra agli orsi, così come agli altri animali cercando di fomentare paure e guadagnare consensi. Lo dimostra il fatto che mentre si cerca di capire cosa sia accaduto nei boschi del Trentino, costoro non abbiano perso neanche un istante a emettere una sentenza di condanna. Contro quale ‘colpevole’ poi non è dato saperlo, visto che le ‘indagini’ sono ancora in corso”.
“No ad ogni ipotesi Daniza bis“, afferma Enpa, ricordando il tragico abbattimento della mamma orsa che si verificò nel 2015, dopo che l’esemplare femmina con due cuccioli, aggredì un raccoglitore di funghi nei boschi di Pinerolo. Al termine di una lunga battuta di caccia, l’orsa morì a causa di una dose troppo elevata di sedazione.
“I problemi nella convivenza con i selvatici, se e quando esistono, si risolvono con la scienza e la ragione, non certo sull’onda di un’emotività fuori controllo, strumentalizzata dalla politica”, ha poi conclusa Enpa, pronta alla mobilitazione.
Dello stesso avviso anche il WWF, esprimendo la vicinanza all’uomo ferito, ribadendo tuttavia il programma di tutela dell’orso bruno delle Alpi e che è pertanto “necessario fare un grande lavoro per rendere ancora più consapevoli le persone che ad ogni titolo frequentano le aree abitate da orsi per garantire loro la massima sicurezza e minimizzare il disturbo ai plantigradi. Proprio per questo scopo il Wwf ha pubblicato nelle scorse settimane un vademecum: ‘Cosa fare se si incontra un orso'”.
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