Actinomicosi nel criceto, una rara malattia infettiva che può colpire questo piccolo roditore. Vediamo le cause, i sintomi e il trattamento.
Quando si decide di adottare un criceto come animale domestico, è importante sapere che anche questi piccoli esseri hanno bisogno di cure e di visite mediche, proprio come tutto il resto degli animali.
Se prendete un criceto sappiate che ci sono veterinari specializzati nelle cure di questi piccoli roditori.
In caso d’urgenza anche un veterinario generalista può intervenire ma mai lasciar correre, sperando guarisca da solo.
Il criceto può essere vittima di diverse patologie che non vanno assolutamente mai sottovalutate, come ad esempio l’actinomicosi nel criceto, una rara malattia infettiva.
Vediamo quali le cause, i sintomi e il trattamento di questa patologia.
La causa dell’actinomicosi nel criceto è da attribuire al batterio Actinomyces bovis, che entra nel corpo dell’animale attraverso ferite aperte, presenti nella bocca del roditore.
Questo batterio attacca molto raramente mammiferi selvaggi, ovini e l’uomo ma preferisce rendere sue vittime, i bovini, i suini, i cavalli, i cani e in particolare i criceti.
I segnali di actinomicosi nel criceto si manifestano in due fasi distinte e separate, nella prima l’animale mostra difficoltà nella respirazione.
In questo caso la prima cosa da fare è portarlo subito dal veterinario, se possibile da un veterinario esperto di esotici, altrimenti dal vostro veterinario di base per le prime cure.
Sempre nella prima fase, il criceto potrebbe presentare una frequenza cardiaca e il battito cardiaco aumentato e la pelle potrebbe diventare bluastra.
Nella seconda fase dei sintomi causati dall’actinomicosi nel criceto, l’animale potrebbe mostrare degli ascessi all’interno delle ghiandole salivari, i quali esploderanno causando gonfiore nell’area della mascella del criceto.
Questo gonfiore arriverà a rendere impossibile l’alimentazione dell’animale fino a portare alla perdita di peso nel criceto.
Per poter effettuare una diagnosi, il veterinario dovrà venire a conoscenza della storia clinica pregressa, fino all’insorgenze dei primi segnali di sofferenza nell’animale.
Dopodiché procederà con un esame fisico completo e il prelievo di un campione di pus per la coltura (la colorazione di Gram, la citologia e la colorazione acido-resistente).
Stabilita la diagnosi il veterinario potrà procedere con la prescrizione del trattamento che consiste nel tentativo di incidere e drenare l’ascesso.
Successivamente, proseguirà con la somministrazione di alcuni antibiotici efficaci e lo ioduro di sodio, che viene somministrato per via orale.
Nel frattempo per evitare che il criceto possa perdere troppo peso, sarà necessario offrirgli del cibo morbido e facilmente digeribile.
Per evitargli ulteriore stress dovrà essere separato dagli altri e messo in una gabbia per criceti pulita e lontana dal caos.
L’isolamento e il trattamento effettuato in tempo, prima che possa avvenire una ampia diffusione a tutti gli animaletti presenti nella gabbia, è l’unico modo per evitare una strage, dovuta a questa infezione batterica.
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Raffaella Lauretta
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