Come accarezzare un degu del Cile: suggerimenti per maneggiarlo

Come accarezzare un degu del Cile: suggerimenti per maneggiarlo

Come accarezzare un degu del Cile: i migliori consigli per poter maneggiare nel modo giusto questo piccolo roditore. Scopriamoli insieme.

degu
(Foto AdobeStock)

Proprio perché, negli ultimi anni, animaletti come il degu, criceti, gerbilli, cincillà sono molto richiesti e divenuti popolari, è opportuno conoscerli meglio.

La conoscenza non deve però riguardare soltanto, l’alimentazione, l’habitat e le necessità, ma anche le condizioni di vita e come devono essere maneggiati per non danneggiarli.

Si tratta di un’operazione da non sottovalutare in quanto sono esseri piccoli e fragili.

Nell’articolo di oggi, andremo a capire bene come accarezzare un degu del Cile senza fargli del male.

Come accarezzare un degu del Cile

Può sembrare un gesto del tutto naturale, eppure, occorre sapere come accarezzare un degu del Cile, prima che possiate applicare una manovra pericolosa.

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(Foto AdobeStock)

Il degu del Cile anche se ricorda un po’ l’aspetto del gerbillo, si tratta di un animale del tutto diverso.

In comune hanno che sono due roditori ed entrambi, hanno conquistato tutti diventando dei simpatici animali da compagnia.

Oggi, come abbiamo precedentemente accennato, parleremo del degu del Cile, di come maneggiarlo e soprattutto accarezzarlo nel modo più appropriato.

Come infatti, molto spesso, capita di approcciarsi a questo roditore, nel modo sbagliato, proprio perché si tratta di un animale molto espansivo.

Il degu è anche molto bravo ad esprimere le proprie emozioni attraverso i vocalizzi.

Diciamo pure che tra tutti i roditori, il degu anche detto ottodonte è quello con cui è possibile stabilire un legame molto simile a quello con un cane o un gatto.

Tuttavia, occorre fare attenzione a coccolarlo, poiché se si sente minacciato può anche mordere.

Per tale motivo, abbiamo deciso di suggerirvi come accarezzare un degu del Cile senza danneggiare il corpo né tantomeno spaventarlo.

Vi consigliamo di agire per fasi, una sorta di tappe di avvicinamento. Vediamo, quindi, in cosa consistono.

Fase 1: addomesticamento

Impossibile gestire un degu senza averlo prima addomesticato, questa fra tutte è la prima regola.

Il degu del Cile per quanto possa essersi rivelato il roditore più “empatico” fra tutti, resta sempre è comunque un animale selvatico reso domestico, per tale ragione, la sua indole tenderà sempre a prevalere.

Come infatti, si tratta di un animale timoroso, essendo in natura una preda per molti.

Questo è uno dei principali motivi per cui, ha bisogno di un po’ di tempo per potersi fidare del suo umano.

Tuttavia, passo dopo passo, con pazienza e dolcezza si potrà ottenere grandi risultati.

Gli esperti consigliano di mettere regolarmente la mano nella sua gabbia, per farlo familiarizzare con il vostro profumo.

Utilizzare del cibo come esca per farlo avvicinare. Sicuramente non passeranno tanti giorni, è molto probabile che il piccolo roditore prenda fiducia.

Fase 2: come accarezzare

Solo una volta che il degu avrà familiarizzato, preso coraggio e fiducia, potrete tentare il primo approccio attraverso qualche carezza.

degu nelle mani
(Foto AdobeStock)

Ricordatevi però che il degu preferisce la calma e la dolcezza, perciò evitate gesti bruschi o anche troppo veloci, muovete lentamente la mano verso l’animale e rassicuratelo con la voce.

Accarezzatelo dolcemente sulla sommità della testa, dietro le orecchie o anche sotto il collo, ma naturalmente osservate bene il vostro animale, non tutti amano le stesse coccole.

Tenetelo nelle vostre mani in maniera che si possa sentire stabile, per evitare cadute, ma non stringete eccessivamente o rischiate di fargli del male.

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Cosa non fare mai

Avendo chiarito come accarezzare un degu del Cile, è opportuno anche sapere cosa è meglio evitare di fare.

È importante per la salute di questo piccolo roditore, non prenderlo mai per le orecchie o per la pelle del collo, essendo parti molto sensibili del corpo.

Non afferrare mai nemmeno il degus per la coda, in quanto questo animale, come la lucertola, ha un riflesso di autolesionismo, ma a differenza della lucertola, non gli ricresce più.

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