Ci sono alcuni animali che in caso di pericolo si fingono morti ed è una tecnica che funziona per farli sopravvivere, ecco quali sono.
Nel mondo animale ci sono prede e predatori, ma questo non significa che i predatori abbiano vita facile. Infatti, le prede sono abituate ad adottare delle strategie per non essere catturati e sopravvivere.
Una di queste strategie è il fingersi morti. Ci sono diversi animali che fanno uso di questo piccolo trucchetto per sfuggire ad un predatore che dà loro la caccia, ma non solo.
Conosciamo meglio 10 animali che si fingono morti in caso di pericolo. Alcuni li conoscete bene perché sono famosi proprio per questo, ma magari altri sono un po’ più curiosi.
Vediamo, qui di seguito, questa lista molto interessante e qual è il meccanismo che porta questi animali a fingere di essere morti per ingannare i predatori o per altri obiettivi.
Uccelli, mammiferi, pesci e insetti adottano questa tecnica che la scienza ha chiamato “tanatosi“. Il termine deriva dal greco “thanatos”, ovvero “morte”.
Il fingersi morti consiste nell’immobilizzare tutto il corpo, irrigidirlo e far credere al proprio inseguitore che non c’è più nulla da fare. Alcuni predatori non sono interessati ad animali già morti e questo li porterà ad allontanarsi.
Alcuni animali adottano questa tecnica non soltanto per salvarsi la vita, ma anche per trovare un compagno oppure per ingannare qualche animale che vuole mangiare. Cerchiamo di conoscere qualche informazione in più.
L’animale simbolo per eccellenza di questa tecnica è l’opossum della Virginia, un piccolo mammifero che fa di tutto per scappare o per intimidire il predatore, ma se nulla funziona, ecco che cade in uno stato catatonico per diverse ore.
La scienza ha avuto modo di analizzare questo comportamento più volte ed è giusta alla conclusione che si tratti di una reazione del tutto involontaria scatenata dalla grande paura.
La volpe è un animale predatore e adotta questa tecnica per attirare a sé i corvi. Questi ultimi si precipitano sugli animali morti, quindi, è una tecnica che funziona molto bene perché appena si avvicinano, la volpe li cattura e li mangia.
Non tutti i conigli sanno essere così veloci da scappare e mettersi in salvo da un predatore. A volte anche per loro è necessario adottare questa strategia e sperare che chi li sta inseguendo non sia più interessato nel vederli morti.
Tutto questo riguarda i conigli selvatici, non i conigli domestici che non hanno motivo di essere sempre in guardia. Anzi, possono contare su un ambiente sereno e su persone che li accudiscono con affetto.
Gli esemplari adulti non la usano, ma quelli più giovani, invece, usano la tanatosi quando c’è un attacco da colonie di formiche vicine. Preferiscono evitare il conflitto per sopravvivere.
È un serpente originario dell’Asia e dell’Africa. Oltre alla tanatosi, molto efficace, perché riesce anche a espellere sangue dalla bocca, usa altre tecniche per ingannare chi gli sta di fronte.
Una delle strategie più usate è la produzione di un liquido dall’odore molto aspro dalle ghiandole anali, ma usano anche degli attacchi “finti” per riuscire a spaventare il nemico.
Questo pesce ama stare sui fondali, confondersi nella sabbia e fingersi morto per riuscire ad attirare le sue prede. Una volta in prossimità di una di queste, le mangia senza nessuna difficoltà.
È una rana originaria del Brasile che è in grado di allontanare i predatori producendo delle tossine. Quando, però, queste non sono sufficienti, ecco che cade in uno stato di rigidità in modo tale da non essere più interessante per chi la stava inseguendo.
Si tratta della preda preferita di leoni, leonesse e qualsiasi predatore della savana. Anche la gazzella, quindi, ha dovuto imparare un trucchetto per riuscire a fuggire: fingersi morta quel lasso di tempo necessario per confondere il nemico e approfittare per scappare.
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Così come il coniglio selvatico, anche questo mammifero è molto veloce e riesce nella maggior parte dei casi a sfuggire al suo nemico. Quando vede che non ce la può fare si finge morta.
In questo caso, la tecnica della tanatosi non viene impiegata per fuggire al predatore, ma bensì per liberarsi di un corteggiatore insistente e fastidioso.
Se la libellula non approva il suo comportamento o non vuole accoppiarsi, si lascia cadere rigida e “morta” in modo che il suo corteggiatore abbia una sola scelta a disposizione: quella di andarsene.
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