E’ di qualche settimana fa, la notizia diffusa da Enrico Rizzi, il giovane presidente del Noita, riguardo ad un caso di degrado in un appartamento, dove una donna viveva con una decina di di gatti, senza che le istituzioni prendessero dei provvedimenti, nonostante le diverse segnalazioni e denunce di alcuni residenti del palazzo, preoccupati per gli animali e le condizioni igenico sanitarie nelle quali erano costretti a vivere, anche in presenza di neonati e bambini piccoli.
Il tema degli “accumulatori compulsivi di animali”, è in realtà una patologia psichica chiamata “Animal Hoarding” e riguarda il benessere dei nostri compagni a 4zampe, nonché problematiche di ordine pubblico e le politiche sociali. Spesso, questa patologia viene giustificata da argomentazioni che minimizzano il problema, fatte di luoghi comuni: dal “Ama troppo gli animali”, al “contribuisce a salvarli dalla strada”.
Tuttavia, si tratta di un vero e proprio fenomeno presente non solo nei programmi RealTv ma nelle città italiane. Solo a Milano, secondo un rapporto, sono registrati centinaia di casi di “animal horders” per non parlare di tutte quelle vicende che non vengono segnalate.
Sul tema sono intervenute alcune importanti associazioni, Enpa, Lav e LNDC che in una nota comune, riportano il caso di una situazione difficile a Roma, per la quale prendere spunto riguardo ad un confronto con le istituzioni per affrontare questo disagio sociale con le autorità competenti che dovrebbero intervenire e che in realtà, troppe volte, sono assenti.
“Enpa, Lav e Lndc intendono seguire da vicino una vicenda drammatica che ha luogo da tempo in un quartiere romano e chiedono l’istituzione di un tavolo tecnico per risolvere definitivamente la situazione. Necessaria maggiore attenzione da parte dei servizi sociali”, rendono noto le associazioni, spiegando che nella capitale, nel quartiere “Appio Latino, c’è una vera e propria casa degli orrori in cui le vittime sono dei gatti”.
Secondo le indiscrezioni, si parla di “decine, forse centinaia, di gatti di tutti i tipi e di tutte le età segregati in un appartamento”. Gli esemplari sarebbero detenuti da una donna con gravi disturbi psichici, per cui vivono in una condizione di degrado, sporcizia, senza cibo o acqua. Molti esemplari, infatti, sarebbero morti proprio a causa di queste carenze.
“Quando siamo venuti a conoscenza di questa situazione agghiacciante siamo rimasti esterrefatti. Sono realtà che purtroppo esistono e che vanno combattute con fermezza. Da oggi seguiremo da vicino la vicenda e abbiamo già dato mandato ai nostri uffici legali di occuparsene tempestivamente, sporgendo le dovute denunce”, assicurano i presidente delle organizzazioni animaliste, sottolineando che “casi come questo le denunce penali, che pure provvederemo a sporgere, non costituiscono l’unica via da percorrere”.
Infatti, lavv. Michele Pezone, Legale e Responsabile Diritti Animali di LNDC, ha tenuto a speficifare che si tratta di “una situazione complessa che impone un’urgente collaborazione tra le Istituzioni e la ferma volontà di risolvere definitivamente una situazione davvero vergognosa”. Per questo sarà chiesta l’istituzione di un tavolo tecnico con Roma Capitale, il VII Municipio, l’Assessorato alla Persona e alle Politiche Sociali, l’Ufficio Diritti Animali, l’Asl di competenza e le forze dell’ordine.
Lav, Enpa e Lndc evidenziano la necessità di garantire maggiori tutele da parte delle istituzioni: “Le persone con questi disagi psichici devono essere curate e devono essere messe in condizione di non nuocere più ad altre creature innocenti”, concludono Carla Rocchi, Gianluca Felicetti e Piera Rosati, ribadendo che ci deve essere la presenza dei servizi sociali e più attenzione soprattutto quando “animali indifesi capitano nelle mani di persone con questo tipo di problemi. È una questione di civiltà e rispetto per la vita”.
C.D.