Un evento nel suo piccolo rivoluzionario si è verificato per la prima volta in Italia. E riguarda molto da vicino i nostri amici animali. Una dipendente pubblica ha ottenuto un permesso di lavoro di due giorni. E per un motivo mai sentito prima. La donna, che lavora in una università romana, in un promo momento aveva chiesto ai datori di lavoro tale permesso. Ma le era stato negato. La nostra è single e non aveva nessuno a cui poter affidare il proprio cane. L’animale stava molto male e necessitava di essere sottoposto con urgenza ad un intervento medico dal veterinario. Il permesso per curare il cane è arrivato solo successivamente grazie all’intervento della LAV, Lega Anti Vivisezione, che ha fornito alla donna assistenza tecnica e giuridica.
La Giurisprudenza ritiene l’omissione di cure e di trattamento di un animale che ne ha bisogno, alla stregua di un maltrattamento. Reato che, come tutti sappiamo, è perseguibile penalmente ed è strettamente connesso anche all’altro reato di abbandono di animale (prima parte dell’articolo 727 del Codice penale). La presente situazione è stata caratterizzata da tutti i crismi dell’urgenza e ha costituito un importante motivo personale e di famiglia per il quale è stato legittimo chiedere un permesso di due giorni di ferie retribuite.
Deve curare il cane, servono due giorni di ferie
Non c’era altra alternativa per la donna di curare il cane se non procedere in questo modo, non potendo fare affidamento su terzi. Gianluca Felicetti, presidente della LAV, ha dichiarato: “Con le certificazioni medico-veterinarie richieste dal caso, chiunque altro dovesse trovarsi in una situazione analoga a quella della signora, potrà citare questo importante precedente e fare riferimento ad esso. Tutto ciò rappresenta un altro significativo passo in avanti che prende atto di come gli animali non tenuti a fini di lucro o di produzione sono a tutti gli effetti componenti della famiglia.
Inoltre ci troviamo al cospetto di un altro passo avanti in tema di diritti degli animali ed in direzione di una riforma del Codice Civile che, ci auguriamo, il prossimo Governo ed il prossimo Parlamento avranno la voglia ed il coraggio di fare, approvando la nostra proposta di Legge avanzata ormai ben 9 anni fa, nel 2008”. Un altro cane è stato salvato, ma in circostanze decisamente più improvvise.
A.P.