Fa ancora discutere la norma introdotta in Vallonia, una delle tre regioni del Belgio, dove il ministro Carlo Di Antonio ha sostenuto il divieto da giugno di vendere, scambiare e regalare animali attraverso Facebook, piccoli annunci in rete o tramite posta. La norma, entrata in vigore nel mese di giugno, prevede che se un privato intende cedere, regalare o vendere un animale deve per forza rivolgersi ad un rifugio, un allevatore o siti specializzati. Dai media locali, si apprende che dopo un periodo di tolleranza di applicazione della nuova norma, l’amministrazione locale sta ora avviando le procedure per le infrazioni che sono di tre categorie tra cui una categoria prevede sanziano che spaziano dai 50 ai 10mila euro.
L’intento dell’amministrazione è quello di ridurre il traffico di animali, gli acquisti impulsivi derivati dalla pubblicità ridurre di conseguenza gli abbandoni e inquadrare meglio le adozioni.
“Ogni anno molte persone e bambini nel mese di giugno diventano allergici ai peli degli animali e così animali domestici di ogni tipo si trovano ad essere portati nei rifugi dove molti vengono soppressi per un problema di spazio. Ad un certo punto si rivela necessario prendere delle decisioni. Ecco perché stiamo cercando di limitare questa produzione selvaggia”, ha dichiarato Philippe Henry, un allevatore locale, sottolineando che le persone saranno sempre libere di prendere dei cuccioli senza il minimo di garanzie anche se è come giocare al lotto.
Tuttavia, dovendo passare attraverso un iter burocratico, di allevatori o rifugi preposti, sottolineano i media locali, sarà sempre difficile trovare degli animali a prezzi contenuti. Per gli allevatori non è così e tengono ad evidenziare che da un punto di vista dei pressi vi è un regolamento.
Solo la Vallonia in Belgio ha posto il divieto, anche se le tre regioni stanno cercando di trovare una linea comune che pare al momento non vi sia intesa.
Quella del commercio e degli annunci degli animali in rete è un tema che negli ultimi tempi è sotto ai riflettori. In Francia, è entrata in vigore una norma nel 2016, con la quale è stata regolamentata la vendita dei cuccioli online. Norme mirate non solo alla tutela degli animali ma anche a controllare il traffico sommerso. Non a caso, proprio quest’anno, la stessa Aidaa, Associzione Italiana difesa animali e ambiente, aveva denunciato l’illegalità di molti negozi online, palesando quanto il sistema assecondasse un traffico illegali da paesi terzi.
Per quanto riguarda la Vallonia, non tutti hanno accolto favorevolmente il divieto e alcune associazioni hanno sottolineato che si tratta di una norma che sicuramente complica il lavoro di volontari, associazioni e veterinari che cercano delle famiglie per i cani abbandonati. L’associazione Sans Maîtres ha denunciato l’incongruenza di questa norma: “Internet è universale. Quali sanzioni ci potrebbero essere verso un’associazione con sede in un’alrta regione o in un altro paese?”, si chiede l’associazione, precisando che si dovrebbe trattare di un argomento europeo e non locale.
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C.D.