L’attrice Brigitte Bardot, da sempre attiva al fianco delle organizzazioni animaliste, ha attaccato la Chiesa e il Papa Francesco. Il motivo? Sarebbero, a suo avviso, poco attenti alle tematiche riguardanti il rispetto degli animali. L’affondo dell’attrice è durissimo: “Si è inchinato sulla miseria umana favorendo la migrazione musulmana a discapito dei cristiani, ma più miserabile ancora della sorte di questi umani è quella degli animali, che non hanno alcun sostegno e vengono uccisi in un mare di dolore”. Già in passato l’attrice si era rivolta a Papa Francesco su questi temi, ma ora il giudizio è più duro: “Spero che stavolta possa mettersi una mano sulla coscienza”, sottolinea.
Un anno fa, Brigitte Bardot aveva dichiarato: “Sono scoraggiata, perché sto assistendo al declino di un mondo, ma mi consolo dicendomi che ho tentato l’impossibile. Non ci sono leggi che denotano un progresso in tema di protezione degli animali. Tutte le leggi li sottomettono allo sfruttamento disumano, sempre più costrittive e mortali. Il governo è cieco e sordo, indifferente”. Poi aveva ricordato: “l fatto che molte persone comuni siano indignate di fronte alla sofferenza degli animali e diventano vegetariani o vegani, è un bellissimo esempio”.
Animalisti polemici con il Papa
A maggio dello scorso anno, la riflessione del Santo Padre sul tema della pietà e della compassione ha sollevato lo sdegno degli animalisti. Nel corso di un udienza in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha esordito ammonendo che “molte volte vediamo gente tanto attaccata ai gatti e ai cani, e poi lasciano senza aiuto la fame del vicino e della vicina”. La presidente Enpa, Carla Rocchi, aveva utilizzato toni ‘istituzionali’: “Santo Padre, la capacità di amare non fa distinzioni. Chi ama gli animali sa amare i suoi simili, chi non sa provare affetti non ama né gli animali, né i vicini, né il suo prossimo. Lo ha detto San Francesco già 800 anni fa. Il Santo di cui Ella, Santità, ha scelto di portare il nome perché certo ne condivide l’insegnamento”.
Ma altre associazioni, come l’Aidaa, non avevano utilizzato le stesse parole: “Dopo alcuni secoli c’è un argentino che da piccolo sognava di fare il macellaio e poi diventato Papa ha ripreso il nome del poverello di Assisi”. L’Aidaa poi aggiunge: “Anziché parlare con gli animali, bacchetta coloro che lo fanno e allo stesso tempo fa generiche dichiarazioni di tutela dell’ambiente”. Insomma, il Papa si comporterebbe “come se gli animali non facessero parte del creato”. Quel creato che “tanto era amato dal poverello e tanto strumentalizzato dal suo clone moderno”.
GM