Anni fa un bellissimo video divenne virale in rete. Si trattava di un bambino brasiliano che non voleva mangiare la carne e spiegava i motivi alla madre chiedendole “perché li mangiamo?”. Un video commuovente che finisce con un pianto della madre toccata dalla estrema dolcezza e dalla profondità del discorso del figlio.
Questo breve spezzone di vita che mostra una gran sensibilità in un bambino di circa 4 anni, in realtà è emblematico. Infatti, un interessante articolo pubblicato da treehugger ricorda uno studio del 2009, intitolata “La separazione concettuale degli alimenti e degli animali in età infantile”, i ricercatori britannici Kate Stewart e Matthew Cole hanno voluto evidenziare e spiegare il passaggio nel quale ai bambini viene insegnato di smettere di amare gli animali e di mangiarli.
I ricercatori hanno mostrato come il fattore della rieducazione culturale del subcosciente si verifica durante l’infanzia, legittimando il consumo di carne.
Secondo i ricercatori, l’attaccamento agli animali passa con il tempo e a causa del condizionamento sociale, attraverso una specie di “rieducazione” subcosciente, altera le percezioni dei bambini nella crescita.
Con i media, i giochi, i film e gli stessi cartoni animati, i bambini imparano a cambiare il loro comportamento con gli animali e il condizionamento sociale e culturale porta ad allontanarli dal legame emotivo che hanno stabilito con gli animali dei quali si sentono inizialmente responsabili, arrivando ad allontanarsene fino ad integrarli come alimentazione.
Nella cultura di massa, ci sono animali di serie A e di serie B, classificati in base alla loro utilità. Ovvero quello da compagnia e la fauna selvatica e quelli destinati all’alimentazione come i maiali e i bovini. Molte racconti e storie che narrano anche ad esempio del Re Leone portano lentamente il bambino ad identificarsi con il carnivoro. Protagonisti a 4zampe che mangiano altri zampe a differenza degli insetti o altri animali che fanno da contorno e non hanno un nome né autonomia o non sono intelligenti. Ecco perché i bambini tenderanno ad identificarsi con il leone, protagonista e carnivoro, arrivando ad assimilare anche il fattore “carnivoro”.
Identificazione dei bambini con eroi carnivori
Attraverso gli animali delle favole con caratteristiche umane si crea una specie di processo di identificazione inconscia e soggettiva. Ovvero, l’imprinting e il condizionamento avviene in modo subliminale. I protagonisti come i cani o altri animali domestici sono sempre mostrati come più intelligenti e superiori. Per cui in una società patriarcale strutturata sul sistema di potere e la competitività, i bambini tendono ad identificarsi con l’individuo sociale animale che ha più sostanza, mentre gli animali da contorno sono percepiti come merci sostituibili.
L’attaccamento emotivo viene pertanto indirizzato ed educato dalla società. Il messaggio potrebbe essere: “Ama il tuo cane e mangia la mucca”
Da un punto di vista culturale sembra quasi che il distaccarsi dagli animali e mangiarli sia un rituale di passaggio che si fonda in realtà sulla perdita dell’empatia per diventare “uomo”.
Questioni che sono alla base di molti studiosi e di dibattiti sul tema dello specismo ovvero che afferma la superiorità di alcune specie sulle altre e non sul rispetto degli esseri viventi. Oggigiorno, lottare contro i condizionamenti della massa è sempre più difficile far ammettere che nelle società arcaiche vi erano i raccoglitori e cacciatori e che l’uomo non per forza nasce carnivoro.
C.D.
Schema della logica del discorso specista
Il video del bambino che commosse la rete con le sue domande sul perché mangiamo gli animali