Di esempi di comportamenti strabilianti da parte degli animali ne abbiamo avuti tantissimi nel corso degli anni. Ed in particolar modo i cani sono gli essere che più riescono a dimostrare empatia con l’uomo. Riuscendo a creare un rapporto del tutto speciale con le persone che dimostrano loro amore ed affetto. E’ per questo che la notizia del cane che ha vegliato le macerie di un palazzo crollato ad Ischia dopo il terremoto di due sere fa ha fatto parlare di se. Presumibilmente quel cumulo disastrato doveva essere stato la sua casa. E lui è rimasto lì, fedele e paziente, ad aspettare qualcosa, qualcuno. E’ nella natura dei cani fare così e condividere le sorti del padrone nel bene e nel male. Scene del genere le abbiamo viste anche ad Amatrice e negli altri comuni del centro Italia colpiti dal sisma negli ultimi mesi. E non solo. Poi c’è da dire che non tutti si ricordano della condizione degli animali quando avviene un disastro del genere.
Cani ed umani, non esiste un rapporto più profondo
Questa empatia della quale parlavamo, i cani ce la dimostrano in tanti modi diversi. Ad esempio quando si accorgono di un nostro momento no, ci vedono tristi, arrabbiati o sconfortati e vengono accanto a noi. Per ottenere una carezza che in realtà è come una coccola che loro fanno a noi. E se proprio dobbiamo citare uno di quei casi che hanno dell’incredibile riguardo a cosa sono capace di fare, eccovi serviti. C’è Capitan, il quattrozampe che da dieci anni puntualmente visita ogni giorno la tomba del suo vecchio proprietario. Oppure c’è la bambina che abbraccia forte forte il suo cane prima di andare a scuola. “Ti prometto che tornerò a casa da te” gli dice.
Ed andando indietro nel corso dei mesi, rieccoci ancora ad Amatrice. Qui un turista residente in Svizzera ma presente a Giulianova (Teramo) la notte del sisma, il 24 agosto di un anno fa, parla di quanto fatto dal suo cane. E non potrà mai ringraziarlo abbastanza: “Mi ha salvato la vita. E’ stato lui a svegliarmi prima che tutto accadesse. Mi è saltato addosso leccandomi e facendomi capire che qualcosa non andava”.
A.P.