La toccante reazione di una mamma alla morte del suo piccolo. L’Istituto ‘Tethys’, un’organizzazione italiana dedita alla protezione e alla conservazione dell’ambiente marino, ha realizzato uno stupefacente filmato. Stupefacente quanto commovente. Nel video si vede un esemplare femmina di delfino tursiope soccorrere il proprio figlio morto. Questa prova a farlo respirare nonostante il piccolo fosse già morto. E da qui si è potuta evincere tutta l’umanità di cui questi animali sono dotati. I delfini, così come molte altre specie animali, provano sentimenti esattamente come noi. E reagiscono proprio come farebbe una persona dinanzi a certe situazioni. Anche gli elefanti sono dotati di questa sensibilità marcata, oltre ai gorilla e ad altre specie di primati. E vanno aggiunti per l’appunto pure i cetacei marini. Gli esempi di animali che dimostrano di avere una coscienza sono davvero innumerevoli.
Mamma delfino prova con disperazione a rianimare il proprio figlio
Per quanto riguarda il video in questione, è stato realizzato lo scorso 28 giugno nelle acque della Grecia. E nella fattispecie nel Mar Ionio nordoccitendale, all’interno del Golfo di Arta. Qui lo ‘Ionian Doplphin Project’ ha individuato al mamma con il suo piccolo e si è subito attivato per osservarne gli spostamenti. Si è scoperto che la madre era già stata tracciata nel 2003, risultando nel database. E’ possibile vederla in diversi tentativi di far restare a galla il proprio figlio allo scopo di farlo respirare. La stessa cosa avviene quando i cuccioli di balene o proprio di delfino vengono sospinti in superficie appena nati per permettere loro di prendere le prime boccate d’aria. Qui però è stata riscontrata anche tanta disperazione da parte dell’animale protagonista dell’atto.
Che evidentemente non ha voluto accettare la morte del figlio. Gli scienziati hanno potuto constatare che comunque il piccolo sembrava già essere morto da diverso tempo. Erano infatti presenti alcuni segni di decadimento del corpo. Il comportamento di mamma delfino ha destato stupore soprattutto per il fare ostinato con il quale aveva provato a rianimare il figlio.