Quello del traffico di cani e gatti ovviamente illegale è una piaga che in Asia risulta essere decisamente dolorosa e difficile da arginare. Gli animali vengono contrabbandati per essere macellati, ed il loro stato di prigionia risulta essere particolarmente doloroso. I quattrozampe vengono sottoposti ad ogni tipo possibile di sevizie e maltrattamenti per poi essere uccisi ancora vivi e coscienti, questo perché secondo quanto si pensa in paesi come la Cina e dintorni, tale pratica di uccisione garantirebbe alla carne delle sfortunatissime vittime di conservarsi in maniera tenera.
Uno dei simboli del commercio indiscriminato di cani e gatti è rappresentato dal Festival annuale di Yulin, in Cina, dove per celebrare il solstizio d’estate circa 10mila animali ogni volta vengono massacrati per strada allo scopo di poterne servire la carne nei ristoranti o in baracchini adibiti all’aperto. Yulin è un centro situato nella parte meridionale della Cina al confine con il Vietnam, e spesso i report parlano di animali tenuti al chiuso in gabbie piccolissime, spesso ammassati gli uni contro gli altri, e trasportati a bordo di camion senza alcuna precauzione sanitaria o di sicurezza in generale.
L’associazione ‘Action Project Animal’, fondata dallo svizzero Davide Acito, ha presentato il piano d’azione del suo movimento in un meeting a Cagliari: il leader di APA intende replicare quanto fatto lo scorso anno, durante il quale in un viaggio a Yulin è riuscito a salvare ben 400 cani e 60 gatti da questo immane gioco bestiale: “Agiamo in maniera diretta e rispettosa, bloccando i camion carichi di animali che arrivano dal Vietnam. A quel punto contrattiamo con chi trasporta i poveri esseri dando loro più di quanto potrebbero guadagnare al mercato, dove pure ci rechiamo per acquistarne quanti più esemplari possibili da poter rimettere poi in libertà”.
I cani vengono consumati come afrodisiaco, secondo i dettami di una credenza locale: “Fino a qualche anno fa il loro costo era di 10 euro, da un pò di tempo ce ne vogliono almeno 55 per acquistarne uno. Ed i cuccioli hanno un prezzo anche più elevato”, aggiunge Acito. L’anno scorso in totale gli attivisti di Action Project Animal hanno speso la bellezza di 30mila euro, cifra che verrà sicuramente replicata il mese prossimo. E Acito sottolinea un aspetto inquietante: “Agiamo sotto scorta, parte delle autorità locali ci vorrebbe fuori dai piedi, e non solo loro: anche i trafficanti locali rappresentano un grosso problema”.
Potete visitare anche il sito web dell’associazione per saperne di più: