Estate vuol dire quasi sempre problemi per i nostri amici animali. Problemi che derivano da diversi fattori. C’è anzitutto l’annosa piaga rappresentata dagli abbandoni, che nel periodo estivo subiscono una impennata considerevole verso l’alto. Ma nei mesi più caldi dell’anno si verificano anche più che in altri gli incendi. Ed in questa estate del 2017 forse più che mai abbiamo avuto modo di ascoltare notizie davvero funeste riguardo a questo aspetto. L’Italia ha bruciato da nord a sud e continua a farlo, in una situazione di emergenza che mette a repentaglio l’ambiente. Oltre a rappresentare un rischio per persone ed animali. La LAV ha denunciato ai presidenti delle Regioni italiane il numero incalcolabile di animali rimasti vittime di roghi.
Purtroppo quasi spesso di origine dolosa. Nella lettere della Lega Anti Vivisezione si legge della necessità di far rispettare l’articolo 19 della Legge sulla caccia. In esso di parla della piena facoltà per i governatori di annullare l’apertura della stagione della caccia. Un provvedimento che, alla luce dei disastri vissute nelle ultime settimane, la LAV ritiene indispensabile per non porre in una situazione di estremo disagio varie specie di fauna selvatica. “Particolari situazioni climatiche ambientali, malattie od altri fattori di eccezionalità renderebbero possibile vietare alle doppiette di sparare – fa sepere Massimo Vitturi, responsabile dell’Area Animali Selvatici della Lav – ed anche la situazione legata agli incendi è compresa in questo novero”.
L’Italia brucia, quanti incendi
In particolare si è parlato molto dei roghi sul Parco del Vesuvio ed in diverse zone di Roma, oltre che della Calabria e della Toscana. Ma il fuoco si è propagato anche altrove nella nostra Penisola. Ci sono infine anche casi più isolati, nei quali però gli animali finiscono comunque col pagare il prezzo più alto.